IL GIARDINO DEGLI ALTRI
                                 di Cristiano Calori

     Visto che l'estate bergamasca non ha offerto spunti particolari o mostre d'arte di rilievo, vorrei occupare questo spazio Settembrino su Infobergamo.it per fare alcune riflessioni personali sullo stato di salute dell'arredo urbano della nostra città.

     È prassi, durante le vacanze estive, viaggiare e confrontare realtà assai diverse da quelle della nostra città ed essere colti da una sindrome tipicamente estiva, la cosiddetta "confrontite", che induce involontariamente al confronto tra la realtà quotidiana che viviamo e quella delle città che visitiamo da turisti, rigorosomente armati di macchina fotografica; questo avviene soprattutto se si fanno vacanze in altri paesi europei tanto per paragonare realtà similari per tessuto sociale e stile di vita. Ci appare all'improvviso chiaro che viviamo in una città ricca di
storia, con un patrimonio artistico-architettonico di rilievo. Il nostro centro cittadino è costituito da palazzi storici ristrutturati con sottostanti eleganti negozi che testimoniano un invidiabile salute economica di Bergamo; ogni chiesa, anche la più piccola e sconosciuta, custodisce tesori d'arte di rilievo, dolci colline verdi circondano il centro cittadino, la città alta ci appare dall'autostrada solenne e stupenda, insomma Bergamo risulta essere una gran bella città, a misura d'uomo, economicamente effervescente, addirittura sottostimata e sottovalutata dagli stessi bergamaschi in genere esterofili e ipercritici (come il sottoscritto ovviamente), in cui molti farebbero carte false per abitarVi, ma, come noto, il giardino degli altri e sempre più verde.
     Di che cosa dobbiamo lamentarci allora direte voi? Meglio, in che cosa possiamo (dobbiamo) migliorare? A mio avviso dovremmo pretendere ed aspettarci di più dagli interventi pubblici di arredo urbano, illuminazione pubblica ed in genere tutto ciò che riguarda gli spazi collettivi ed aree verdi che tanto ammiriamo quando visitiamo una qualsiasi cittadina francese, belga, austriaca o mitteleuropea in genere. Rispetto a questi paesi europei abbiamo evidentemente una cultura individualista tale che ci porta ad essere più concentrati sul nostro orticello che su quello che dovrebbe essere l'orto di tutti. Accettiamo passivamente interventi peggiorativi della nostra realtà urbana, abbiamo imparato a convivere con l'incuria ed il degrado, mi riferisco, in particolare, alle facciate degli edifici imbrattate dai soliti Basquiat o Keith
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