NEMO PROFETA IN PATRIA?
                                 di Cristiano Calori

     È attuale il dibattito innescato da l'Eco di Bergamo sullo stato di salute dell'arte contemporanea nella nostra città. Critici, artisti, insegnanti della scuola d'arte dell'Accademia Carrara e direttori dei musei cittadini hanno detto la loro, ognuno motivando e articolando le proprie argomentazioni. È opinione largamente condivisa dai più che la nostra città fatichi ad uscire da una dimensione provinciale, molti incolpano le istituzioni, nello specifico l'Accademia Carrara, altri le Gallerie private, colpevoli di non valorizzare espressioni artistiche autoctone, taluni se la prendono con i movimenti artistici internazionali colpevoli di sponsorizzare un arte effimero-concettuale in contrasto con la natura figurativo-conservatrice delle maggior parte delle espressioni artistiche locali.

     Oggi, come nel passato, alcune gallerie private cittadine parlano l'italiano ed, a volte, l'Inglese o il Giapponese, non soltanto il dialetto locale, come dimostrano, ad esempio, le collezioni permanenti Spajani e Stucchi esposte alla GAMeC di via San Tomaso, probabilmente molti addetti ai lavori interpellati sono troppo impegnati a guardarsi le punte delle proprie scarpe per rendersene conto. Senza dimenticare le (poche)
Gallerie private cittadine che negli anni precedenti la nascita della GAMeC hanno allestito mostre di levatura nazionale ed internazionale, bisogna riconoscere che la GAMeC di Bergamo sta dando, altresì, un lodevole contributo al processo di sprovincializzazione della nostra città, facendosi qualche amico ma numerosi nemici; da alcuni anni promuove mostre interessanti di arte contemporanea, citerei, tra le altre, la recente retrospettiva di Alighiero Boetti ed in Ottobre attendiamo di vedere quella di Getulio Alviani. È pur vero, pare, che queste mostre, coinvolgano poco il bergamasco.
     È storia che il grande pubblico sia sempre più interessato a mostre-evento che si occupano dell'arte passata, Caravaggio e La collezione Rau qualche anno fa, Cezanne e Renoir nel Marzo prossimo venturo; come coniugare successo di pubblico, dato che fare mostre costa molti denari, con proposte culturali innovative per Bergamo?
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