Questo nuovo personaggio, di nome Santos, masticava un po' la mia lingua e mi spiegò, sfidando l'intolleranza dell'artista nei confronti del tempo che per forza scorre, che Patrik aveva visto in me il soggetto adatto ad affiancare Ambra, la modella, nel servizio fotografico e che voleva sapere se mi poteva interessare posare per lui. A tutta prima non potei trattenere un sorriso lusinghiero e disegnai un cerchio strettissimo con i miei passi sul terreno erboso, ma poco dopo, un imponente sentimento di imbarazzo aumentò la quantità di sudore che ricopriva la mia schiena, come se non facesse già abbastanza caldo.
     Dato la mia titubanza, Patrik si tolse dal collo gli arnesi di lavoro e li affidò a Santos, invitandolo a seguirlo, mentre mi prese sotto braccio e mi spinse ad assecondarlo nella direzione. Di lì a poco, ci attendeva un locale climatizzato, anche troppo, ed una buona bevanda fresca. Mentre ci ristoravamo e Santos, traducendo al meglio che potesse, mi fece capire i motivi di quella inconsueta scelta improvvisata, io riflettei su questa domanda: "perché io?"; senza falsa modestia, ho un fisico atletico ed elegantemente muscoloso, ben visibile dato il gran caldo che impone un vestiario con meno stoffa possibile, ma la risposta, appena affiorata alla mente, fu così chiara da disarmare anche il più ingenuo essere umano della terra: Patrik aveva un debole per il sesso maschile.
     La loro proposta consisteva nel posare, naturalmente in mutande, per loro, ballando un tango con Ambra, pelle contro pelle. Al solo pensiero divenivo rosso dalla vergogna, non tanto per il fatto di mettermi in mutande, ma per l'occasione di avvicinarmi, toccare, abbracciare quella donna che mi aveva stregato, che aveva stregato chiunque fosse là a contemplarla, ma le mie preoccupazioni erano fondamentalmente due: non sapevo ballare e non sapevo se sarei riuscito ad avvicinarmi tanto a quella ragazza bellissima. Quest'ultima mia perplessità non la resi nota ovviamente, così, quando mi dissero che per il mio digiuno sul ballo non c'erano affatto problemi, la mia risposta doveva obbligatoriamente coincidere con un sì. Mi attendevano dunque due giorni di lavoro affascinante ed intenso, mi fece capire Patrik, tre notti in albergo completamente spesato da loro, un assegno di 2.000,00 € a lavoro finito ed un contratto da firmare immediatamente, posto sotto al bicchiere di birra gelata di Patrik. Me lo diede, lo lessi e lo firmai. Insomma, per quanto non conoscessi lo spagnolo, qualcosa si capiva e poi, francamente, non potevo rinunciare.
                                                                      .............continua - Seconda parte