La prosecuzione degli interventi ha visto parlare il dottor Pietro Testori, vicepresidente del Gruppo Botanofilo Comense "Giuseppe Comolli" e la dottoressa Rangoni Laura, i quali hanno relazionato in merito alle erbe velenose ed allucinogene nonché alle "herbarie" dell'arco alpino. I due relatori hanno presentato un panorama di tutte le erbe, le piante ed i fiori conosciuti ed utilizzati per diverse finalità da tutti gli abitanti di quelle zone. La loro conoscenza era di tipo empirico, tramandata in ambito familiare e locale e serviva a quelle persone, definite guaritori, che erano addette alla raccolta e preparazione dei fitofarmaci, ossia sostanze curative derivanti appunto dall'utilizzo di piante erbe ed altre sostanze naturali. Questa pratica comportava comunque un'alta probabilità di errore, che solitamente era la causa principale dell'avvelenamento o intossicazione del paziente che si voleva curare; tutto questo avveniva proprio a causa del fatto che molte piante o erbe, in dosi troppo elevate, diventavano tossiche e velenose per l'essere umano. Questi sbagli portavano alla demonizzazione della figura del guaritore che, essendo spesso una donna, veniva in questo modo assimilato alla strega malvagia.

     La giornata si è conclusa con una serie di dibattiti sui temi affrontati, in cui i relatori, interagendo con il pubblico, hanno risposto a dubbi e domande. Il professor Oscar Di Simplicio, docente di storia all'Università di Firenze, ha sottolineato come sia storicamente impossibile individuare una società o anche solo un agglomerato urbano in cui non sia esistita la malefica figura della strega vista come entità fisica, ma non umana, tra

l'individuo ed il regno del male. Nel corso dei dibattiti si è potuto osservare come la lotta alla stregoneria in Europa fosse caratterizzata da una discontinuità storica nel suo manifestarsi ed il nostro Paese, in modo particolare, ha visto "accendere i propri fuochi" ad intervalli irregolari a partire dal XV secolo per arrivare alla fine del '500, quando sono scomparsi quasi del tutto.
     Il dibattito con il professor Andrea Del Col, docente di Storia e Storia dell'Arte all'Università di Trieste, ha fatto emergere come l'attività dei Tribunali Inquisitori in Italia fosse principalmente indirizzata all'eliminazione del dissenso religioso e delle pratiche pagane legate ai culti tradizionali, usando come capro espiatorio la figura demonizzata della strega, che in un certo qual modo riassumeva ed incarnava tutte le paure che la Chiesa cosiddetta ufficiale nutriva nei confronti della diffusione del paganesimo.
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