Oltre al tema della vocazione e del talento, il libro ci dona altri spunti: l'ingenuità e la scoperta della vita, il passaggio progressivo dall'infanzia alla maturità. Il tema dell'amore domina nell'ultima parte del romanzo, in cui si passa dall'amore platonico e infantile a quello Vero, quello Grande. Quello che fa abbandonare tutto, pur di viverlo pienamente. Quello che permette, però, anche di vivere la propria strada fino in fondo, senza limitazioni, senza catene. Fatima incarna questo secondo tipo, permettendo a Santiago di andarsene e promettendo di aspettarlo perché "l'amore non impedisce mai ad un uomo di seguire la propria Leggenda Personale", secondo le parole dell'Alchimista. È ricorrente anche il tema del viaggio, che arricchisce anima e cuore, che fa sognare prima della partenza, che si fa rimpiangere dopo il ritorno, forse grande metafora della vita umana.
Proseguendo nella lettura, si nota che il racconto rallenta, si addentra nel mondo dell'alchimia giocando sui termini di questa scienza misteriosa. In quel momento, senza un tempo preciso, in un'Africa lontana e misteriosa, sembra di essere sempre sull'orlo di un precipizio: si avverte che deve accadere qualcosa, ma di fatto nulla avviene. Un po' insistente, in questa parte centrale, forse troppo fiabesco, ambiguamente sospeso tra realtà e magia, verità e finzione, il romanzo acquista nuovamente un tono brillante nelle ultime pagine, che si riallacciano come un filo d'Arianna all'esordio spagnolo dopo la lunga parentesi africana. La parte iniziale e quella finale sono ricche di spunti e di poesia. Tra queste due vette, il testo tende ad arenarsi in vallate e vicoli forse senza via d'uscita, giungendo a sfiorare il buonismo, tentando di accontentare i più con parole facili e allettanti. Offre spunti di vasta portata, Coelho, prima di arenarsi su una spiaggia deserta. La semplicità è il segreto dell'autore, ma l'insistenza e la vuota ripetizione creano un circolo vizioso che si chiude su se stesso come una sfera, come un piccolo sole che non si apre alla grandezza dell'universo. L'Alchimista è dunque un punto di partenza, sta al lettore saper cogliere e approfondire i temi toccati con mano leggera, scavare al di sotto del testo per trovare il nostro tesoro, come fossimo anche noi Santiago di fronte alle piramidi...
Il romanzo ha tuttavia l'indubbia capacità di dipingere davanti agli occhi del lettore luoghi lontani e affascinanti come fossero veri, aiutato dalle illustrazioni di Moebius, disegnatore francese. Non serve dunque chiudere gli occhi per immaginare quei luoghi, basta seguire le parole del romanzo, quasi una cantilena che dona un senso di serenità e tranquilla curiosità, che ci fa vedere posti immaginari o forse reali, lontani eppure vicini ai giochi della nostra ardita fantasia.
Il cerchio di Santiago si chiude e la leggenda si compie. Ci lascia così, Coelho, con la sorpresa finale e un aspettato lieto fine.
Francesca Redolfi
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