Qui, soprattutto, sorgono i maggiori problemi: la procedura deve infatti tenersi davanti ai CORECOM (Comitati regionali per le comunicazioni), organi . mai istituiti!!! I pochi utenti che hanno osato spingersi fin qui, avendo solitamente questioni di non enorme valore, gettano la spugna. Per il gestore, invece, una questione di scarso valore, moltiplicata per qualche migliaio di reclami inevasi, può significare centinaia di migliaia di euro. È chiaro ora il perché non rispondono alle telefonate e alle raccomandate?
Esiste, tuttavia, un'altra procedura, anche se nessun gestore si degna di farcelo sapere. Per colmare questo vuoto di tutela si sono da tempo mosse le Camere di Commercio, tra le quali, quella bergamasca è sempre stata particolarmente attiva in materia di conciliazione e arbitrato. Presso la Camera di Commercio, dunque, è possibile presentare domanda di conciliazione, con la semplice compilazione e consegna di un modulo disponibile presso la sede, o scaricabile gratuitamente dal sito web senza necessità di assistenza legale o di altri soggetti qualificati. Trattandosi di tentativo di conciliazione obbligatorio per legge, l'avvio della procedura è esente da spese. In caso di raggiungimento di un accordo tra le parti, il costo è variabile in base al valore della questione, ma comunque esiguo. Ad esempio, per una controversia telefonica media, fino a un valore di € 1000,00 la tariffa è di € 40,00. In caso, invece, di fallimento della conciliazione, cosa che avviene di solito per mancata comparizione della controparte, nulla è dovuto per la procedura e l'utente è comunque finalmente libero di tutelarsi con strumenti che non richiedono la collaborazione del gestore telefonico, come la citazione avanti il Giudice di Pace o il Tribunale, secondo il valore della controversia, o il ricorso all'Autorità Garante per le Telecomunicazioni.
Per eventuali chiarimenti ed approfondimenti potete scrivere alla redazione.
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