Il mese scorso ho parlato d'inquinamento (cliccate qui) e l'ho fatto con chiarezza, soprattutto con dati certi in mano. Mi sono rivolto a coloro che sono contro le auto, che con facilità e superficialità puntano il dito sui veicoli privati e fanno finta di non sentire altro se non che le auto vanno fermate in quanto sono la causa principale dello smog, delle particelle sottili che da un decennio abbiamo scoperto essere tanto dannose per il nostro organismo. Questo mese porto altre prove, altri fatti concreti, come se i precedenti non fossero stati sufficienti; vi riporto situazioni veramente fuori da ogni logica.
Se ultimamente non si parla d'altro che d'inquinamento, figuriamoci Quattroruote, il più autorevole mensile automobilistico. Nel mese di marzo, appunto, la redazione presenta il resoconto della loro indagine effettuata nella città di Milano. Prima, però, vi voglio parlare di coloro che attuano le direttive di blocco del traffico: i sindaci. Non tutti agiscono per ignoranza o meglio in quanto ritengono effettivamente il traffico su gomma la causa principale dell'inquinamento. A partire dal gennaio 2005, l'Unione Europea ha messo i sindaci di ogni paese tra "l'incudine ed il martello", legittimando una direttiva che li punisce se permettono il superamento dei livelli stabiliti di 50 microgrammi per metro cubo di PM 10 (il particolato, comunemente chiamato "polveri sottili") per più di 35 giorni all'anno. Se il fatto si verifica e se qualche associazione ambientalista denuncia il primo cittadino, quest'ultimo rischia due anni di galera per omissione di atti d'ufficio. Come biasimarli se bloccano il traffico anche totalmente? Di fatto, tuttavia, molti di loro sono contro le auto in assoluto e non considerano che i mezzi pubblici inquinanti, i mezzi pesanti e quelli che si muovono per lavoro, non possono essere comunque bloccati. Sicuramente è il sistema più immediato per tamponare una situazione allarmante, ma non è la soluzione; serve per guadagnare tempo mentre si corre ai ripari, ma pochi hanno intenzione di intraprendere la strada giusta.
L'unica soluzione efficace al problema è quella di rimediare alla fonte primaria d'inquinamento da polveri sottili: il riscaldamento. Rappresenta il 50% del totale ed è causato soprattutto dagli impianti a carbone e a gasolio. A carbone? Sì, avete capito bene. Dall'indagine svolta da Quattroruote si evince, con tanto di fotografie, che molti impianti di riscaldamento in Milano città funzionano a carbone. "Queste caldaie inquinano quanto 300.000 veicoli privi di marmitta catalitica in circolazione per sei mesi l'anno per un tragitto di 20 chilometri", si legge nella prima pagina dell'articolo.