Mi rivolgo alle nuove generazioni di giornalisti, di cui io stesso faccio parte essendo iscritto all'ordine dal 2002, in quanto è più probabile che non conoscano il significato della commemorazione del 28 maggio di quest'anno: sono 25 anni che è morto Walter Tobagi, "che è stato assassinato".
In suo onore è stata realizzata e scoperta una targa apposta in via Salaino, realizzata grazie al sostegno del Comune di Milano e del vicesindaco Riccardo De Corato, in onore appunto di quell'inviato speciale del Corriere della Sera divenuto "Martire della Libertà" a causa delle Brigate Rosse. È stato troppo sincero, troppo realista, è stato un giornalista vero che ha scritto la verità, né più né meno ciò che dovrebbero fare tutti i giornalisti oggi. Tobagi tuttavia lo ha fatto in anni molto difficili, dal 1968 al 1980, anni in cui i giornali erano meno afflitti dalle regole non scritte del commercio, anni in cui però erano soggetti a censure politiche-mafiose, gli anni delle Brigate Rosse, a causa delle quali era difficile rimanere liberi, onesti, indipendenti.
Con il suo nome è stata creata l'associazione per la Formazione al |
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