La mia impressione è che sia più importante "esserci" per avere una riconoscibilità sociale maggiore e sia molto "in" essere al vernissage, ma rimanga una diffidenza di fondo nei confronti dell'arte contemporanea e soprattutto del mercato dell'arte contemporanea.
     "In un mondo in cui tutti vogliono 15 minuti di celebrità è normale che l'esserci sia importante, una situazione questa che guarda caso è stata anticipata da Warhol, un artista contemporaneo per molti anni non molto considerato anche dal mercato. Le sue opere oggi costano milioni di dollari. Chi lavora in "prima linea" come me deve accorgersi del valore degli artisti agli inizi della loro carriera e non solo quando sono famosi. A quel punto chiunque è in grado di salire sul carro del vincitore."
     Non si può negare, mi pare, che l'arte astratta fatichi ad entrare nella mentalità corrente del collezionista bergamasco medio più attratto dalle manifestazioni artistiche autoctone e figurative. Come giudica, a tal proposito, il ritardo culturale accumulato a Bergamo negli ultimi 50 anni?
     "Ritengo oramai un luogo comune la storia che l'arte astratta viene compresa da pochi. Lo affermo forte della mia obiettività, così come dimostra il lavoro che si appronta nella GAMeC. Per quanto riguardo il cosiddetto 'ritardo culturale' di Bergamo non ne sarei tanto sicuro, perché è l'unica città in Lombardia che si è dotata di un museo d'Arte Moderna e Contemporanea. Lo stesso vale per le gallerie: non possiamo dimenticare che negli anni '70 c'erano solo la Lorenzelli e Fioretti, le quali facevano un programma internazionale esponendo opere astratte e lo stesso vale oggi con le gallerie Fumagalli, Elleni e Vanna Casati. Bergamo non è New York, tuttavia nelle altre provincie italiane la situazione non è poi così diversa. Bergamo ha aperto da 13 anni una Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, la seconda in Italia dopo "Il Castello di Rivoli" e non mi sembra poco. Relativamente alle proposte d'arte, il Festival del Cinema d'arte di Zucchelli è una prerogativa della nostra città."
     Io penso che molti grandi artisti della nostra era (dalla Pop art in avanti) siano, registi cinematografici, fotografi o comunque artisti legati a queste tecniche espressive.
     "Io la vedo diversamente, perché dove c'è un buon regista, fotografo, musicista, ecc. c'è sempre un rapporto molto stretto con l'arte: ad esempio, un grande regista come Antonioni è anche pittore."
     Vanessa Beecroft, Cattelan, che lei cita come artisti di statura, Jeff Koons o Brian Eno, per citarne solo alcuni, devono molto alla nuova tecnologia. Ritengo che il cinema e la fotografia forse hanno dato un piccolo colpetto alla pittura.
     "La pittura gode di ottima salute, anzi, mai come oggi è stata più viva, altrimenti Bonami, direttore della passata Biennale di Venezia, non avrebbe dedicato ad essa una sezione importante. Ci sono tante mostre di pittura che si tengono in varie parti del mondo o pittori che vengono invitati in mostre miste. A me non interessa fare mostre "monotecniche", solo di pittura, solo di video, solo di scultura. Se non ne sono obbligato da una contingenza, preferisco allestire mostre collettive in cui convivono varie tecniche espressive tanto quanto prediligo la coesistenza di varie culture e razze al mito della razza ariana."

      pagina 04 di 04
 
 
 
 
 
   
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Cristiano, Calori, Giacinto, Di Pietrantonio, GAMeC, Intervista, Direttore, Galleria, Arte, Moderna