WORK IN PROGRESS A BERGAMO?
                                 di Cristiano Calori

     Questo mese, per dovere di cronaca, non posso esimermi dal rilevare le numerose e interessanti mostre d'arte che sono in corso in città, promosse dalle varie gallerie private. In particolare, tutte le mostre si occupano di arte contemporanea o di arte moderna e cioè di movimenti artistici che si sono sviluppati nel corso della seconda parte del Novecento, tuttavia non è di storia che voglio parlare questo mese, ma di presente, un presente per Bergamo fatto di rassegne interessanti che si occupano delle varie forme dell' arte moderna e contemporanea più in generale, per cercare di comprendere come il gusto delle nuove generazioni stia cambiando in fatto di estetica dell'arte.


     Bergamo, da sempre ritenuta roccaforte conservatrice e poco aperta all'arte moderna, difficilmente esce dai canoni della pittura post-impressionista o post-cubista come sua massima apertura all'arte. A quanto pare non è più così, ne sono un esempio appunto le numerose mostre rivolte all'arte moderna e contemporanea che si sono aperte, o che si stanno per concludere in città nell'ultimo mese.
     Facendo una panoramica: la Galleria Michelangelo propone al Centro culturale San Bartolomeo la mostra Atelier cosmopolita tradizione e avanguardie e si occupa di ciò che è successo a Parigi tra il 1900 e il
1970, centro del mondo per l'arte fino agli anni 60, prima di passare il testimone a New York. La Galleria Fumagalli propone una personale dell'astrattista americano Kenneth Noland , la Galleria del Tasso la collettiva Profumo di donna nella quale vari artisti contemporanei mettono al centro delle loro attenzioni la donna, la Galleria Triangoloarte Paesaggi immaginari, paesaggi reali nella quale dieci artisti, ognuno con la propria specificità, interpretano il tema del paesaggio contemporaneo, la Galleria Elleni presenta una mostra antologica di Gianni Bestini, indiscusso protagonista della Pop art europea degli anni 60 e 70, ed alla Galleria Bergamo le sculture dello spazialista Roberto Crippa. Se aggiungiamo a queste la War is over della Gamec e le Visioni metropolitane d'arte contemporanea alla ex chiesa di Sant'Agostino per quanto riguarda gli spazi pubblici, il quadro cittadino mi sembra abbastanza chiaro.
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