Nell'ambito del progetto promosso dalla GAMeC, Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo, "Quattro opere d'arte nel contesto urbano della città", denominato "Arte a dimensione urbana" e trattato in primo piano in Infobergamo.it nel mese di giugno 2005, ciò che sicuramente ha suscitato più polemiche e dibattiti è stata l'opera di Sislej Xhafa, l'ormai famoso Padre Pio collocato al Parco Suardi. In particolare, tra le varie discussioni sulla carta stampata locale, se n'è inserita una alla quale ho assistito con sbigottita incredulità: un dibattito televisivo andato in onda il 15 Giugno 2005 sull'emittente milanese Antenna 3.

     Il conduttore, Roberto Poletti, abilissimo e rampante fomentatore delle ire di popolo, già noto per trasmissioni che cavalcano di volta in volta i tanti (purtroppo) disagi del vivere contemporaneo, ha invitato in studio alcuni ospiti bergamaschi, tra i quali: Don Andrea, parroco del quartiere dov'è collocata l'opera, Orietta Pinessi, critica d'arte, e Daniele Belotti, esponente politico cittadino della Lega Nord, per permettere loro di esprimersi sul "Padre Pio del Parco Suardi". Il risultato televisivo è stato quanto di più deprimente e umiliante io abbia dovuto subire da "bergamasco" negli ultimi

anni, ad opera di chi mi (ci) rappresentava in quello studio.
     Premesso che ognuno, quando parla, esprime opinioni personali, ho giustificato come bonaria e fisiologica la distanza dall'arte contemporanea del prete di quartiere, offeso soprattutto per la scelta di Padre Pio come icona, non tanto dall'opera d'arte in se stessa; ho classificato come aprioristica la posizione del politico di turno, oltretutto esponente di un movimento che non fa mistero di essere portavoce di sentimenti che partono dal basso ventre della società civile e comunque in opposizione al nuovo corso politico della città, quindi prevedibile,