I cittadini bergamaschi, candidi elettori e seri osservatori dell'operato amministrativo comunale, avranno sicuramente di che riflettere in questi giorni, durante i quali smog, targhe alterne, cortei cittadini e diatribe politiche hanno sollecitato l'attenzione dell'opinione pubblica locale. Neanche a farlo apposta il governo cittadino è riuscito a far parlar di sé e i Don Chisciotte delle contrapposte coalizioni hanno sguainato la scimitarra del dissenso per regolare l'acre tenzone comunale. Sarà un caso ma i malumori e le risentite lamentele della cittadinanza e degli esponenti politici locali hanno travolto l'amministrazione comunale, che ha dovuto fare i conti con le imprudenti comparse, fuori programma, di alcuni esponenti dell'esecutivo, colti in fallo da acuti osservatori di strada nel corso di manifestazioni popolari. Entro nel merito: spiace doversi soffermare sulle conseguenze generate dalla turbolenta manifestazione dei ribelli del centro sociale, che pur non avendo richiesto interventi repressivi delle forze dell'ordine, hanno, comunque, raggiunto il loro scopo istituzionale, marchiando coreograficamente le vie del centro e ricordando che la solidarietà passiva dei valori condivisi ( in quanto si predica bene ma si razzola male! ) è un principio presente nella Carta Costituzionale del Centro Sociale orobico.
Come al solito i quotidiani locali, la gente comune, i commercianti e i politici si sono divertiti a dissertare sull'evento, esibendosi ora in prevedibili filippiche postume ora smorzando i toni della contesa e cercando di trovare le più improbabili giustificazioni ad azioni difficilmente difendib ili. Co sì, come l'ormai consolidata tradizione culturale e di costume impone, sono ricomparsi i consueti slogan sui muri, come se il tempo si fosse fermato alle soglie dei regi decreti e all'ordinamento corporativo, e sono stati presi di mira i simboli della dittatura democratica cittadina, le tanto discusse telecamere. Nella stanza dei bottoni del Comune si sono guardati in faccia ed hanno deciso, forse per contenere la comprensibile stizza dei cittadini, di rivolgere una formale quanto poco credibile richiesta di risarcimento danni al Centro Sociale, oggettivamente responsabile delle azioni vandaliche, posto che gli autori materiali dei raid non sono stati, almeno fino ad ora, identificati. Ci piacerebbe, però, sapere a chi mai verrà rivolta la temeraria richiesta e se soprattutto le somme, già grosso modo quantificate, verranno effettivamente corrisposte, magari con bonifico bancario diretto. Ancora una volta siamo, però, costretti ad assistere, quasi divertiti, alle versioni contrastanti e contraddittorie rese dai soggetti direttamente coinvolti nella vicenda: fonti della Questura riferiscono che la manifestazione, la quale ha paralizzato il centro cittadino per qualche ora, si è svolta senza incidenti e che le forze dell'ordine hanno tenuto sotto controllo i pochi e presunti facinorosi, mentre larga parte della cittadinanza si sdegnava nell'assistere agli atti di gratuito vandalismo. Non sarà certo per qualche tendone andato a fuoco o per qualche commerciante intimidito dalla presenza massiccia dei ribelli che ci si deve scandalizzare di fronte all'ennesimo atto di inciviltà e di intolleranza verso i beni comuni.