Ci si sforza di offrire una città ordinata, pulita, vivibile, matura e gradevole e quando si cominciano a vedere faticosamente i primi risultati, ecco che improvvisamente ricompaiono gli unni nostrani, fieri del loro incrollabile credo e mossi da inusuale intolleranza verso il bene collettivo. Tutto ciò è francamente paradossale, perché l'ispirazione politica di un centro sociale si dovrebbe rivolgere, per storia e per cultura, al sacro rispetto del bene collettivo offe so, ma i tempi cambiano ed anche le proteste seguono le mode del momento. È invece piuttosto singolare e deprecabile che esponenti della giunta comunale si siano apertamente ed imprudentemente schierati, stimolando le inevitabili reazioni della cittadinanza, a fianco di gruppi che, per definizione, si pongono al di fuori delle regole e che rinnegano proprio quel principio democratico che consente loro di manifestare un libero pensiero, di esprimere dissensi e di danneggiare i beni della collettività, facendo leva su una impunità quasi istituzionalizzata. Questo atteggiamento h a di fatto legittimato, seppur implicitamente, anche le azioni più censurabili, né vale, a mio parere, la precisazione, resa frettolosamente e maldestramente, dai suddetti, a fatti avvenuti, di aver presenziato alla manifestazione a mero titolo personale, dal momento che chi ricopre un ruolo istituzionale non può né deve tingersi di colori o di etichette politiche.
     Personalmente continuo a pensare, pur nell'ovvietà di tale affermazione, che il ruolo dell'amministratore debba essere limitato a rappresentare l'interesse della collettività e, pertanto, non posso che lodare, seppur in termini negativi, l'abilità con la quale componenti di un'amministrazione cittadina riescano ad esporsi al giudizio dei cittadini senza curarsi delle conseguenze del loro operato. Nulla togliendo alle capacità di amministratori sottratti allo sport o dalla manifesta coscienza ecologica, sorge qualche dubbio sulla mancanza di acume politico palesata dei medesimi, che qualche imbarazzo hanno creato all'attività di governo della giunta comunale. Bene avrebbe fatto il capo dell'esecutivo cittadino a vigilare sui comportamenti di alcuni suoi fedelissimi - onde evitare sgradevoli tirate d'orecchi e ricorrere ad apologetiche dichiarazioni sui giornali, in linea con la sua vocazione professionale - ed a preventivamente sconsigliare, in virtù della sua posizione gerarchica, iniziative inopportune e politicamente opinabili. Se, invece, tutto ciò era frutto di una incolpevole pianificazione, allora non possiamo che ringraziare l'amministrazione per aver consentito ai giornali locali di dedicare qualche pagina all'evento e di aver dato occasione alle minoranze di sferrare qualche attacco frontale, così tanto per ricordarsi che esistono anche loro.
     La verità, a quanto pare, risiede nel fatto che l'amministrazione, fin dall'atto della sua investitura, ha operato una scelta politicamente discutibile, rivolgendo attenzioni forse eccessive verso coloro che spesso vengono percepiti dalla cittadinanza come fautori di disordini e che evidentemente, ci sia permessa una naturale quanto scontata riflessione, trovano consensi nel direttivo cittadino. Tuttavia queste sono le regole della democrazia per le quali l'amministrato è da una parte costretto, legislatura dopo legislatura, a prendere coscienza del mutamento degli orientamenti politici e delle priorità di un governo cittadino e dall'altra dell'inciviltà dilagante che resta sempre e comunque un cancro difficile da debellare. Così, tanto per par condicio, la manifestazione di sabato 12 febbraio ha dato occasione all'altra sponda di organizzare una contromanifestazione silenziosa per condannare e stigmatizzare gli episodi di vandalismo: basterà?

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