colpevolmente, accresce i problemi e i disagi di una difficile convivenza tra culture diverse. Il Governo altro non rappresenta che una logica proiezione di visioni politiche soggettive spesso distorte o volutamente tali e quindi non ci si può attendere risposte immediate e coerenti che siano in sintonia con la gravità dei problemi sociali.
     Ritornando all'iniziativa editoriale si è visto come l'accurato servizio giornalistico a puntate, oltre che a dare ampio spazio a schegge di vita vissuta di anonimi immigrati proiettandoli idealmente in una sorta di romanzo televisivo tipo "Rocco e i suoi fratelli", snocciola statistiche matematiche che stimano in dodicimila anime la presenza di questa vasta comunità nella Bergamo, del ducato di Piazza Pontida e delle "borole" degli Alpini. Di questa variegata moltitudine, che si è ricompattata sul territorio e si è autoconfinata nelle proprie abitudini e stili di vita, solo poco più di milleduecento rappresentano la fascia di immigrati in regola con i permessi di soggiorno ed ufficialmente noti ad enti previdenziali e ai "controllori" del territorio. I restanti diecimila, che ufficiosamente esistono ma ufficialmente no, assomigliano a quegli aspiranti viaggiatori iscritti nelle liste d'attesa aeroportuali neanche dovessero imbarcarsi per le Maldive in piena stagione turistica; essi, beneficiano della tolleranza delle istituzioni e dei loro angeli custodi che periodicamente fingono scenografici blitz per identificare qualche vitellone che sosta nelle vie del centro storico, tradizionalmente trasformate in bivacchi a cielo aperto o in distributori di birre e liquori.
     L'opinione pubblica avrebbe il sacrosanto diritto di esigere una spiegazione circa l'anomala quanto consapevole omissione di regole che promanano da leggi dello Stato. Eppure, non si capisce come mai Comune e Prefettura di Bergamo, nonostante l'attenzione dei media locali, continuino a praticare questa discutibile politica di tacita accettazione di situazioni palesemente irregolari e che ovviamente degenerano in episodi di criminalità. Una tendenza che spinge inevitabilmente ad una metamorfosi cittadina che lacera le abitudini, la tranquillità e le tradizioni locali.
     Ciò che più stupisce è la colpevole latitanza delle istituzioni cittadine, che sembrano più divertite a commentare gli esiti dei sondaggi e delle inchieste giornalistiche piuttosto che legittimamente preoccuparsi di gestire un fenomeno in rapida e costante diffusione. Proprio in questi giorni, a tal riguardo, si sono espressi esponenti della vita pubblica cittadina nonché presidenti di associazioni umanitarie (Caritas), i quali lamentavano la precarietà delle disposizioni di legge e proclamavano il fallimento della Bossi-Fini che, a detta loro, avrebbe provocato un sisma sociale che ha inciso significativamente nell'evoluzione del fenomeno. Basterebbe, credo, il coraggio di applicare le leggi, il buon senso e la lungimiranza di comprendere l'evoluzione delle situazioni per instradarle nella corretta direzione. Altrove pare ci riescano!

      pagina 02 di 02
 
 
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, On-line, Bergamasco, Metamorfosi, Cambiamento, Città, Quotidiani, Immigrati, Integrazione