bastimento per prenderne possesso e rimorchiarlo. Il viaggio era da poco iniziato quando le condizioni del mare peggiorarono, tanto che i cavi di rimorchio si ruppero e i due scafi si persero di vista. Solo alcuni giorni dopo la "Ellen Austin" ritrovò il bastimento, che risultò però di nuovo deserto in quanto gli uomini trasbordati erano tutti scomparsi. Per una seconda volta alcuni volontari salirono a bordo della goletta, evidentemente dietro le pressioni del capitano che voleva a tutti i costi impadronirsene attirato dal grosso guadagno, ma anche questa volta le due navi non andarono molto lontano. Una seconda tempesta le divise e da allora né il secondo equipaggio né il bottino furono ritrovati.
Anche la nave "Cyclops" scomparve misteriosamente nel marzo del 1918 mentre si trovava nel triangolo. C'erano a bordo più di 300 uomini, tutti della marina degli Stati Uniti. Poiché si trattava di una nave da guerra e si era in pieno conflitto mondiale, tra le ipotesi della scomparsa, si è preso in considerazione un possibile attacco di sommergibili tedeschi. Venendo a tempi più recenti tuttavia, non possiamo non ricordare la "San Paolo", una vecchia nave da guerra brasiliana che viaggiava al seguito di due grossi rimorchiatori con un piccolo equipaggio addetto alle manovre indispensabili del traino. L'episodio accadde ai primi di ottobre del 1951, le condizioni del tempo consigliarono a uno dei rimorchiatori di sganciare i cavi per essere più libero nell'affrontare il mare. La mattina dopo, gli uomini del secondo rimorchiatore si accorsero che anche i loro cavi erano sganciati e che la "San Paolo" era scomparsa. Avvertite per radio, navi americane e inglesi, aiutate da numerosi aeri, iniziarono le ricerche, senza trovare alcun relitto.
Passando ai mezzi di trasporto aereo, non possiamo dimenticare nel 1945 i cinque aerei TBM Avengers della marina americana che partirono dalla base di Fort Lauderdale, Florida, per un'esercitazione di tiro al bersaglio. La squadriglia puntò verso est, in direzione delle Bahamas, raggiunse il bersaglio, completò l'esercitazione e imboccò la strada del ritorno o almeno così sembrò. La torre di controllo di Fort Lauderdale ricevette un messaggio confuso dal comandante, il tenente Charles Taylor, in cui cercava di spiegare il malfunzionamento della strumentazione e il conseguente completo disorientamento, nonché la perdita della posizione. La base ricevette qualche altro confuso messaggio in merito a bussole guaste e mancanza di visuale; le comunicazioni, sempre più disturbate e contraddittorie, continuarono per altre due ore, poi più niente. Un apparecchio di ricognizione fu inviato immediatamente sulla zona dove gli aerei avrebbero dovuto trovarsi. Era un grosso idrovolante, il "Martin Mariner". L'apparecchio inviò un messaggio a proposito dei venti che soffiavano con intensità rilevante al di sopra dei 1800 metri. Furono le ultime parole del suo comandante, il tenente Kane; anche il "Martin Mariner" interruppe ogni contatto con la base, senza