Il 26 gennaio 2004 sulla prima pagina di un quotidiano torinese compare la notizia di un ritrovamento alquanto particolare: in un garage di Sutton, una cittadina alla periferia di Londra, è stato rinvenuto una bottiglia di trenta centimetri sigillata e contenente. un drago in formaldeide! Partendo dal "Time" di Londra fino ad arrivare alle testate più importanti del nostro paese, in molti hanno voluto dedicare spazio e commenti a questa notizia decisamente curiosa. La creatura, lunga 30 centimetri, è di proprietà del signor David Hart, nipote di Frederick Hart, un tempo facchino del Museo di Storia Naturale di Londra, ed è contenuta nel barattolo in posizione verticale con artigli e piccole ali ben in mostra. Per circa un secolo la famiglia britannica, che possiede la casa da generazioni, ha custodito inconsapevolmente il simpatico cucciolo: è stato infatti ritrovato dal signor Hart rimettendo ordine tra le vecchie suppellettili dello zio non più in vita.
Ma si tratta davvero di un drago? Di sicuro, almeno a prima vista, questa "creatura", come la definisce il quotidiano The Times, sembrerebbe proprio un drago. Il giornalista della testata inglese, Jack Malvern, che ha portato alla luce il caso, dichiara: " Ho letto un articolo sulla stampa locale e ho contattato l'uomo che aveva trovato il drago nel suo garage, David Hart. Lui mi ha detto che suo nonno era un guardiano. anzi no, un facchino del Natural History Museum di Londra, credeva che il drago provenisse dai magazzini del museo e che fosse stato inviato dalla Germania da studiosi tedeschi per beffare i colleghi britannici, poiché allora c'era molta competizione tra loro."
Uno dei primi indizi che fanno pensare ad un falso è il fatto che questo esemplare è provvisto di un cordone ombelicale, mentre i draghi dovrebbero far parte della famiglia dei rettili e quindi non avere tale appendice. Le telecamere di Voyager, le quali hanno dato spazio televisivo alla notizia, hanno contattato un'equipe di esperti per cercare di capire quale può essere la verità. sempre che ce ne sia una! La squadra era composta da: Angelo Capparoni , presidente dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria; Renato Grilletto, del Laboratorio di Antropologia Fisica dell'Università di Torino; Franco Tassi , fondatore del Gruppo Criptozoologia Italia; Alberto Bravo , grafologo dell'Istituto Superiore di Grafologia di Roma; Sergio Stivaletti , realizzatore di effetti speciali cinematografici e Giuseppe Calabrò , chimico dell' Istituto Superiore di Grafologia di Roma.