articolate e complesse che sarà necessario suddividerle per punti; cominciamo quindi con il parlare di antiche piogge torrenziali. Il geologo Rober Schoch, nel 1992 fu tra i primi a prendere in considerazione questa ipotesi, sostenendo che i solchi verticali presenti sulla Sfinge, testimonierebbero un tipo di erosione la cui causa è imputabile unicamente a fenomeni piovosi davvero imponenti. Continuando su questa pista, la quantità necessaria di pioggia per realizzare un'erosione simile non trova riscontri storici nel periodo in cui il nostro leone viene convenzionalmente collocato, ovvero il 2.500 a .C. Dobbiamo spostarci indietro davvero di moltissimi anni, arrivando ad una datazione probabile, secondo West e Schoch, che oscilla tra l'8.000 e il 10.500 a .C. . stiamo forse parlando di una collocazione storica per il biblico diluvio?! Prometto che approfondiremo anche questo.Ovviamente non è possibile stabilire in maniera incontrovertibile che le piogge cadute sull'attuale suolo desertico negli ultimi 2.500 anni fossero insufficienti per produrre una tale erosione, poiché non sappiamo con certezza la quantità di materiale eroso, ne quello presente all'origine. Inoltre i canali di raccolta dell'acqua e le grondaie sui tetti dei templi sono la prova della necessità di convogliare una consistente quantità di pioggia caduta in epoca dinastica, ma nulla ci vieta di pensare che non sarebbe comunque stata sufficiente per creare questo tipo di erosione. provate anche solo ad immaginare quanto potesse essere grande in origine questo mastodonte!
     La Sfinge si trova collocata all'interno di una recinzione oggi dissotterrata, che per circa due terzi della sua esistenza o perlomeno di quella attualmente nota al mondo è stata ricoperta di sabbia la quale ha protetto, forse inconsapevolmente, l'opera da svariati tipi di erosione superficiale. Il geologo James Harrel ci introduce così alla seconda ipotesi relativa alla datazione, ovvero la possibilità che nel corso dei secoli questa coltre sabbiosa, inumidita dalle piogge avrebbe potuto "mangiare" la sfinge attraverso un'operazione detta "capillare" o di "suzione" per mezzo della quale l'umidità penetra nel materiale poroso seccandosi durante il giorno e fissando così dei sali che contribuiscono ad inaridire la pietra. Se questa ipotesi fosse veritiera, se la Sfinge avesse subito un'erosione di tipo chimico, gli strati sottostanti, per più tempo coperti dalla sabbia, avrebbero dovuto subire maggiori danni e l'aspetto del nostro "micione" non sarebbe quello attuale, ovvero gli strati superiori non presenterebbero i caratteristici solchi verticali, attribuibili unicamente ad una caduta d'acqua, dall'alto verso il basso, e non da dentro a fuori. Inoltre potremmo anche azzardare l'ipotesi che, indebolita alle fondamenta dalla suzione, la Sfinge si sarebbe dovuta "sedere" su se stessa, vittima del suo stesso peso.

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