degli esseri umani. Bello il racconto del viaggio nella galassia del piccolo principe, che visita piccolissimi pianeti sui quali gli uomini, pur essendo soli, credono di essere padroni di tutto. L'uomo ha perso la capacità di vedere realmente le cose, presi come siamo dalla fretta sorvolando tutto fugacemente, senza farci mai domande ma dando tutto per scontato. Ci manca il senso della magia, quello del bimbo che scopre il mondo e tutto intorno ai noi ci sembra grigio ed abitudinario, non riusciamo a vedere oltre il nostro naso. L'abitudine è il nostro handicap che toglie magia alle cose di ogni giorno. Altro spunto sul quale riflettere è il fatto che la sola persona con la quale il piccolo principe riesce a fare amicizia è il pilota, l'unico che in tutto l'universo risponde alle sue domande: da lui, ripartirà verso il suo pianeta, verso l'amata Rosa, cosciente del valore dell'amicizia, un sentimento insostituibile che "rende ogni giorno diverso dagli altri" e che va coltivato di giorno in giorno altrimenti muore, così come fa il piccolo principe con la Rosa.
     Grande protagonista del libro, anche se in maniera apparentemente velata, è la Rosa vanitosa, la quale rappresenta ciò che ognuno di noi ha di più prezioso al mondo. Pochi sanno che la stessa raffigura la moglie dello scrittore. Dopo un periodo di distacco durato cinque anni, durante i quali Saint-Exe aveva ripreso la sua vita di scapolo, egli scrive questo romanzo per riconquistarla. Paragonandola alla Rosa, vanitosa bugiarda e possessiva, tiranna e presuntuosa, ma pur sempre amata, egli le vuole dire che, pur con tutti i suoi difetti, l'ha scelta fra le tante, facendosi scegliere da lei, e questo suo modo di essere, seppur ai più apparentemente diverso e sbagliato, l'ha resa ai suoi occhi unica e speciale. La Rosa diventa quindi il simbolo di quanto abbiamo di più prezioso al mondo, scelto con mille difficoltà fra tanti, unico e speciale, che attraverso l'amore colora di magia la nostra vita.
     Qualunque siano le ragioni o cause reali che hanno prodotto questa opera, la fiaba, intrisa com'è di simboli, si presta quindi ad essere interpretata in molte guise, ma il modo più bello di recepirla rimane proprio quello di leggerla come una favola per bambini, guardando al piccolo principe ed alla volpe come a personaggi da fiaba che, quasi in un finale morale, hanno qualcosa da insegnare anche agli adulti. Tramite i legami è possibile la conoscenza reale della vita, anche se gli stessi implicano sofferenza, come quella del distacco, tempo di bilanci e di ricordi. Quando nella vita ognuno di noi è chiamato a separarsi fisicamente da qualcuno, la cui presenza in ogni caso dentro rimane, ci rimangono soltanto i momenti passati, i pensieri e le emozioni vissute insieme, immagini di un incontro importante che non si potrà mai dimenticare.
     Auspico ad ognuno di voi una buona lettura di questo umile libricino e, soprattutto, vi auguro con tutto il cuore di trovare e coltivare il legame con una speciale Rosa. Io, la mia, l'ho già trovata e come per incanto, la magia, è finalmente entrata nella mia vita.
                                                                               Cristina Mascheroni

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