UN ANNO DI BRUNI
                                 di Silvia Ferrari

     Tempo di bilanci per la giunta presieduta dal sindaco Roberto Bruni, che nei giorni scorsi è stato il protagonista dei festeggiamenti per l'anniversario di insediamento a Palafrizzoni. Per l'occasione i partiti del Centrosinistra hanno organizzato una serie di incontri durante i quali Bruni ha toccato con mano dubbi, aspettative, elogi e qualche bacchettata riservatagli dai suoi alleati.
     Scorrendo le cronache di questa annata, il bilancio che viene spontaneo abbozzare è di quelli non proprio positivi; tra guerre Comune-Provincia, crisi interne alla Giunta con conseguenti dimissioni del vicesindaco, situazioni delicate (Bas, Tangenziale Est su tutte) trattate senza la dovuta cautela, c'è da essere quantomeno perplessi. Più ottimisti invece gli esponenti della Margherita, che sottolineano come la Giunta Bruni "abbia saputo affrontare e gestire la macchina amministrativa". Un'amministrazione attiva e partecipe, quindi, a sentir loro, ma non tutto è oro quel che luccica e subito la Margherita frena gli entusiasmi, ammettendo come nella coalizione ci sia "un'oggettiva difficoltà di fare sintesi, consentendo un'azione di governo agevole e operativa". Il che, tradotto in parole povere e spolverando la proverbiale doratura della pillola, esprime la storica difficoltà della sinistra di trovare accordi al suo interno, punto debolissimo dell'amministrazione; tant'è che lo stesso Bruni parla di "fatica nel trovare un metodo" e invoca fiducia reciproca tra i componenti della coalizione.
     La questione viene liquidata da parte dei Ds con la pragmatica richiesta di un segnale più visibile e chiaro, il quale denoti un concreto impegno nelle questioni sin qui affrontate teoricamente; parole, parole, parole, cantava Mina, ma queste non paiono bastare ai bergamaschi. Bruni non si ferma qui e, in uno slancio di umiltà, fa autocritica pure sul progetto della Grande Bergamo, ammettendo di aver peccato di superbia nel credere di poter agire senza l'apporto fondamentale della Provincia; ma sulla Bas non ci sono ripensamenti, prosegue il primo cittadino, sempre più convinto della bontà della sua scelta. Volevamo ben dire: troppa remissività ci pareva sospetta.
     Dopo l'outing con tanto di metaforici ceci sotto le ginocchia da parte del capo, gli alleati si sono sentiti in dovere di dire la loro, aggiungendo bacchettate a bacchettate; non ne ha risparmiata nemmeno una l'Aratro, che nell'incontro organizzato il 15 giugno al Patronato S. Vincenzo coglie l'occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa. Inizia Cortesi con un intervento dal titolo che è

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