Gli aspetti negativi, invece, paiono limitarsi al versante professionale: "Purtroppo devo dire che il livello del dibattito politico è molto basso. Sempre più spesso il compito del Parlamento è solamente quello di ratificare decreti; ovvio che poi si perda la serietà nel confronto". La situazione, tuttavia, non è sempre stata così. "No, certo; parlando con funzionari che lavorano da molti anni a Montecitorio, ho ascoltato racconti di dibattiti forti tra le parti, ma anche
piacevoli da ascoltare, perché basati su interventi dotti, seri e costruttivi".
     Dalle sue parole emerge un grande entusiasmo per il suo lavoro di deputata: cosa potrebbe farla recedere da un'eventuale ricandidatura? "Ciò che potrebbe demotivarmi è la disinformazione; spesso guardando i telegiornali che trattano argomenti da me seguiti in prima persona in aula resto allibita: vengono presentati in modo completamente distorto, vanificando

tutto l'impegno che c'è stato. Ma, più forte di questi aspetti, c'è la voglia di dimostrare che la donna in politica è utile: quando interviene, il dibattito assume toni più sereni e concreti. C'è molto bisogno di presenze femminili, farebbero del bene alla politica".
     Torniamo ora al territorio bergamasco: ci accenni un bilancio per questo primo anno di governo Bruni. "Conosco Bruni da prima delle elezioni, devo dire che ne ho un'ottima opinione come persona. A livello politico non ho condiviso le modalità di alcune sue scelte. Penso abbia peccato di troppa fretta nel prendere decisioni, quando avrebbe dovuto confrontarsi di più con i collaboratori più stretti; forse si sarebbero evitate le dimissioni di Sanga. Riconosco a Bruni l'attenuante di aver ereditato una situazione politica abbastanza complicata, ma questo non toglie che sia stato troppo precipitoso nel voler risolvere tutto e subito." ---Condivide la sensibilità che ha questa amministrazione per i problemi o pensa ce ne siano altri più urgenti da considerare? "La condivido abbastanza: lo spinoso caso del Gleno, ad esempio, è stato affrontato in modo adeguato." E la famosa Tangenziale Est? "Va bene rivedere il progetto per migliorarlo, ma non è assolutamente possibile bloccare i lavori; opere come questa sono necessarie e vanno fatte. A volte capita purtroppo che le competenze si intreccino, ed ecco emergere i contrasti tra Comune e Provincia". Ora però i rapporti tra Bruni e Bettoni sembrano essere distesi. "È vero. D'altra parte il dovere della politica, locale e nazionale, è proprio questo: ascoltare e mediare".
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