Negli ultimi mesi, ha tenuto banco in tutti gli organi di informazione l'approvazione di uno dei provvedimenti più controversi degli ultimi anni: la legge 168/05. Essa ha apportato modifiche e integrazioni a diverse previsioni del Codice della strada (targhe, patentini, stato di ebbrezza, fermo amministrativo), ma per tutti è diventata "la legge sulla confisca dei motorini". Dopo l'allarme lanciato da più parti contro una sorta di attentato alla categoria dei motociclisti, il polverone creato dal tam-tam di certi siti Internet e da alcune interviste che calcavano la mano solo su taluni aspetti del provvedimento bollato come liberticida, dopo una ridda di ipotesi su diverse modifiche che sarebbero state da apportare e dopo, infine, alcuni cambiamenti effettivamente intervenuti, è rimasto solo un generalizzato senso di confusione, per cui moltissimi non hanno più idea di quali siano in questo momento le disposizioni del Codice della strada in materia.
Le modifiche al testo apportate in questi giorni dal Senato della Repubblica con il cosiddetto "decreto salvapunti", che quasi certamente verranno confermate dalla Camera dei Deputati, possono costituire il punto fermo per fare un po' di chiarezza. Il testo di partenza della norma prevedeva la confisca del mezzo ciclomotore, motociclo o motoveicolo, in una molteplicità di casi:
- utilizzo del mezzo da parte di un numero di persone superiore a quello previsto;
- guida senza casco o con un caso non allacciato o non omologato;
- trasporto animali non in gabbia o oggetti non solidamente assicurati;
- guida in posizione scorretta e senza entrambe le mani sul manubrio;
- traino di altro mezzo o da parte di altro mezzo;
- impennata;
- circolazione con un veicolo già sottoposto a fermo amministrativo;
- guida in stato di ebbrezza da alcol o da sostanze stupefacenti;
- omissione di soccorso in seguito a incidente;
- circolazione con un mezzo che è servito a commettere un reato.
Le ipotesi sono numerose, in effetti, ma siamo ben lontani dalla traduzione "qualunque scusa è buona per confiscare il motorino", fatta e diffusa da alcuni. A ben guardare, la maggior parte dei casi riguarda comportamenti particolarmente scorretti o pericolosi (anche inutilmente pericolosi, come per la classica "impennata").