Trascura la famiglia, gli affetti e gli amici e si stanca troppo. Il lavoro inizia a risentirne e se non ci si rende conto della situazione la vita stessa diventa un lavoro, un insieme di cose da fare non perché c'è una necessità ma in quanto non si riesce a fare altrimenti. Anche in ufficio, il rapporto con i colleghi e superiori diventa problematico e il suo rendimento peggiora: diventa così pignolo che impiega ben più tempo del solito per eseguire un compito, non sa delegare e quindi si affatica e sbaglia più facilmente, manca di creatività. In parole povere, il tanto amato lavoro lo stressa fino a farlo crollare. Nulla esiste nella vita all'infuori del lavoro.
Che dire infine dello shopping? È un hobby apparentemente innocuo, tranne che per le tasche dei poveri mariti e fidanzati trascinati da ragazze scatenate in "tour de force" fra i negozi del centro. Negli Stati Uniti, le shopping addicted sono oltre 15 milioni e anche in Italia sono in aumento. Chiaramente, non stiamo parlando di chi ama spendere e se lo può permettere oppure di chi esagera ogni tanto. Alcuni ricercatori del dipartimento di Psichiatria dell'Università dell'Iowa (USA) hanno tracciato un identikit ben preciso: è generalmente una donna, per quanto gli uomini sono alla riscossa, ha più di 30 anni ma soffre di questa dipendenza da quando ne ha 18; spende più di quanto può permettersi, spinta da un desiderio incontrollabile, tanto che nell'armadio spesso i vestiti hanno ancora il cartellino del prezzo attaccato. Non compra perché ha necessità ma soltanto per l'impulso di possedere qualcosa di cui non ha bisogno: spesso gli acquisti finiscono in fondo all'armadio, in quanto la persona che soffre di questi disturbi si vergogna del proprio comportamento, si sente in colpa ma non riesce a smettere.
Esiste un modo per liberarsi da queste dipendenze? Se il fenomeno compulsivo è sfuggito di mano e non è più controllabile, incidendo negativamente sulla qualità della vita, conviene rivolgersi ad un terapeuta, il quale, dopo aver analizzato le cause che determinano il disagio, insegna al paziente come modificare i comportamenti devianti. Questo nei casi più gravi. Nell'immediato, per ritrovare un equilibrio, potremmo tutti quanti imparare a spegnere il telefonino e goderci il senso di isolarci dal mondo per ritrovare l'armonia e il dialogo con il nostro partner o i nostri figli, lasciare Internet in ufficio per i casi più urgenti, mentre gli acquisti o gli affetti possiamo provare a cercarli da soli intorno a noi, come abbiamo sempre fatto prima dell'avvento di queste grandi invenzioni tecnologiche. Il lavoro può rimanere dov'è, al suo posto in ufficio, non a casa nostra, tanto i riconoscimenti e le gratifiche del "grande capo" ci arrivano anche se non ci ammazziamo per scrivere un rapporto super perfetto. E per quanto riguarda lo shopping? Non aspettatevi che vi dica di limitarvi. Ooops, forse soffro anch'io di qualche dipendenza?
Ricordiamoci un vecchio proverbio dei nostri nonni: "il troppo stroppia".