caso, i decreti legge in materia tributaria siano stati approvati dal Parlamento così come proposti dal Governo, ma abbiano sempre subito rilevanti modifiche. Modifiche che hanno comportato ulteriori oneri, non solo economici, per la conseguente revisione del software applicativo e una crescente incertezza normativa.
     Il ricorso ai decreti legge in materia tributaria - di cui si era già abusato negli anni '80 e agli inizi degli anni '90 - aveva generato un vero e proprio disorientamento degli operatori e dei cittadini, al punto che l'allora Presidente della Repubblica aveva definito la dichiarazione dei redditi, il "740 lunare". Da allora, grazie ad una vera e propria assunzione di responsabilità, da parte di quel Governo e di quelli che si succedettero, fu abbandonato l'utilizzo indiscriminato dei decreti leggi in materia fiscale. Vennero così poste le fondamenta per la promulgazione dello Statuto dei diritti del Contribuente, avvenuta nel 2000 con la legge n. 212.Statuto i cui contenuti oggi vengono disattesi.
     Di quell'epoca buia in cui si era persa la certezza del diritto in materia tributaria, e si era conseguentemente vessato il cittadino, forse oggi si è persa la memoria. Signor Presidente, la presente istanza è finalizzata a ricordare quel difficile periodo, che tutti noi consideravano ormai superato, al fine di evitare che gli errori e i danni, provocati allora al sistema economico e alla credibilità dello Stato, si ripetano ad oggi.
     L'Ordine dei Dottori Commercialisti di Bergamo invita il Governo a non utilizzare la decretazione d'urgenza in materia tributaria nel rispetto dello Statuto dei diritti del Contribuente. Si confida che Ella voglia tener conto, nell'interesse del Paese, del presente appello.

Con osservanza.

Bergamo, 12 ottobre 2006

                                                                                         gabbiadini@tim.it

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