PRONTO SOCCORSO, VISITE, ESAMI:
ECCO COME FUNZIONANO I NOSTRI OSPEDALI

                                              di Francesca Frosio

     "La Sanità funziona male", "prendi l'appuntamento in privato, perché con il servizio pubblico rischi di aspettare molti mesi", "al pronto soccorso c'è sempre un gran caos: una persona che ha bisogno può anche morire". Quante volte abbiamo sentito queste frasi a proposito del mal funzionamento degli ospedali pubblici? Siamo andati a vedere cosa c'è di vero e cosa, invece, è falso, di questi luoghi comuni molto diffusi. Verificare come funzionano in ogni campo tutti gli ospedali di Bergamo e provincia sarebbe stata un'impresa titanica e avrebbe richiesto competenze che non ci sono proprie. Abbiamo preferito perciò indagare solo su due aspetti, che, però, sono quelli con cui i cittadini hanno un rapporto più immediato: come funziona il pronto soccorso e quanto ci vuole per avere un appuntamento con il servizio sanitario nazionale, senza rivolgersi a studi privati.
     La nostra prima tappa è il pronto soccorso del policlinico di Ponte San Pietro. La stanza che ospita la sala d'attesa e lo sportello non è molto grande, ma è affollata. La fila allo sportello dell'accettazione è di una decina di persone, solo una l'infermiera che se ne occupa. Spesso delle persone si intromettono per sapere quanto manca, quando sarà il loro turno: c'è chi afferma di aspettare da più di un'ora, chi dice che da mezz'ora non viene chiamato nessuno. La risposta dell'infermiera è sempre lo stesso ritornello: "Aspettate che esca sullo schermo il vostro codice". Ad ogni paziente, infatti, viene dato un numero di codice, che appare su un monitor e che regola anche le priorità: come spiega un cartello, prima vengono i codici rossi, i più gravi, poi gli arancio, i verdi ed infine i bianchi. In teoria questo metodo sembrerebbe velocizzare i tempi, ma in pratica non è così. Ci sediamo ed iniziamo a parlare con alcune delle persone che stanno aspettando: quasi tutti sono in attesa da più di mezz'ora. "Ho fatto tre quarti d'ora di fila allo sportello, adesso sono seduta qui da quaranta minuti ed il mio turno sembra non arrivare mai: è vergognoso che chi ha bisogno debba aspettare quasi due ore!" mi dice una signora. Le fanno eco un coro di proteste: a tutti l'attesa sembra eccessiva. Ogni tanto dalla porta del pronto soccorso vero e proprio escono un medico o un infermiere, ma non si fermano ad ascoltare le persone che li chiamano. Ciò che ci colpisce di più sono alcune persone che vanno e vengono dal pronto soccorso ai reparti, mettendosi ogni volta di nuovo in coda o cercando di passare avanti perché "non devo fare le carte, devo solo chiedere cosa fare". Ci avvicina una signora di questo "gruppo": sembra

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