(1919 - governo Orlando) e l'anno successivo fu eletto Presidente della Camera dei Deputati (1920), riconfermato poi nella legislatura successiva fino al 25 gennaio 1924. Era una Camera diversa da quelle precedenti: i partiti di massa, socialisti e popolari, detenevano la maggioranza, 156 e 100 seggi circa a testa, grazie alla nuova legge proporzionale voluta dal governo Nitti. Mussolini però nel 1924 sciolse arbitrariamente i partiti socialisti e trasformò la Camera dei Deputati, la quale veniva eletta a suffragio universale maschile dalla

democrazia, in Camera dei Fasci e delle Corporazioni. La carica di De Nicola venne commutata in Senatore del Regno (1929) ma, essendo di idee contrarie al fascismo, si rifiutò di partecipare ai lavori dell'Assemblea e si ritirò a vita privata sino alla caduta del Fascismo, nel 1943. Dopo la caduta del regime, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e la Monarchia per consentire un agevole "passaggio di consegne": gli storici gli attribuiscono la creazione di una nuova figura politica, il "Luogotenente", nata al


fine di minimizzare la sconfitta della Monarchia in Italia, favorendo la creazione di uno Stato Democratico indipendente, limitando comunque i poteri di Casa Savoia fino alla loro definitiva estromissione dallo scenario politico italiano.
     Gli Italiani furono chiamati alle urne con un referendum popolare attraverso il quale scelsero il 2 giugno 1946 di dar vita a uno "Stato Repubblichino". Il mondo politico si trovò davanti al suo primo grande dilemma: chi eleggere Capo Provvisorio dello Stato? I requisiti richiesti al candidato furono: essere di origine meridionale, per bilanciare la provenienza quasi totalmente settentrionale di tutta la nuova classe dirigente dei partiti di massa ( De Gaspari era trentino, Togliatti e Romita piemontesi mentre Nenni era romagnolo), doveva avere comunque simpatie monarchiche (la Repubblica aveva vinto sulla Monarchia con uno scarto di voti minimi, mentre al Sud aveva prevalso in larga misura) ed infine doveva raccogliere il più ampio consenso possibile all'interno dei tre maggiori partiti, democristiani, socialisti e comunisti, affinché il trapasso verso il nuovo sistema politico fosse moderatamente indolore. La Dc e tutti i partiti di destra proposero Vittorio Emanuele Orlando, il "Presidente della Vittoria" (1° Guerra Mondiale del 1918), mentre Psi e Pci si opposero presentando la
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Biografia, Presidente, Enrico, De Nicola, Deputato, Liberalconservatrici, Capo Provvisorio dello Stato Italiano, Stato Repubblichino, Savoia