Andreotti ha recentemente ricordato, sorridendo, che per sdrammatizzare i suoi sofferti dubbi, in una notula a lui inviata gli scrisse: "Eccellenza, decida di decidere se accetta di accettare". De Nicola era anche un uomo estremamente schivo e modesto e taluni imputano a questa sua caratteristica la decisione di rassegnare le sue dimissioni dalla carica di Presidente, decisione che venne ovviamente refusa dall'Assemblea. È stato considerato uno dei più illustri politici italiani di tutti i tempi, nonché un galantuomo di notevole onestà e umiltà. Dell'uomo, si ricordano aneddoti buffi: giunto a Roma da Torre del Greco per assumere la carica di Presidente, a bordo della sua utilitaria, rifiutò lo stipendio previsto per il capo dello Stato (allora si trattava di 12 milioni di lire) e pagò sempre ogni cosa di tasca propria. Divenne inoltre famoso il suo cappotto rivoltato, che i fotografi dell'epoca hanno immortalato nei loro scatti come grande co-protagonista di numerose occasioni ufficiali. Considerando provvisoria la sua nomina a capo dello Stato, non stabilì la sua dimora al Quirinale scegliendo in sua vece Palazzo Giustiniani, stupendo non poche persone.
     Altro particolare curioso: durante la sua Presidenza , girava con appresso un'agendina nera nella quale, sosteneva, prendeva appunti sul corretto modo di esercitare la funzione presidenziale, una sorta di moderno vademecum per i Capi di Stato. Il suo successore, Luigi Einaudi, divenuto Presidente, cercò quell'agendina, ma quando la trovò scoprì che essa era incredibilmente vuota, De Nicola vi aveva scritto alcunché! Il primo ottobre 1959 Enrico De Nicola morì nella sua casa di Torre del Greco, lasciando un vuoto nella scena politica che fu difficilmente rimpiazzato. Morendo, insieme a lui si chiuse un'epoca, quella di un'Italia che, sopravvissuta alla fine della monarchia dei Savoia, aveva avuto bisogno di una guida leale che la sapesse condurre verso i suoi primi ordinamenti democratici.