Nel corso del 45° anniversario dell'istituzione del Liceo Artistico Statale di Bergamo sono state avviate in città diverse iniziative che celebrano questo evento. Quella principale è la Mostra Collettiva e Didattica all'ex convento di San Francesco - Museo Storico di Piazza Mercato del Fieno in Città Alta - aperta fino al 4 Giugno 2006 con opere di tutti gli insegnanti del Liceo e degli ex-allievi degli anni sessanta presso la Sala Manzù della Provincia di Bergamo che ha chiuso il 25 Aprile.
Le iniziative sono valorizzate da un numero monografico dell'ottima "La rivista di Bergamo" diretta da Fernando Noris che diviene così il catalogo che documenta il contributo di idee che questo glorioso Liceo ha reso alla città dal 1961 ad oggi, fornendo le biografie degli scultori, pittori, grafici e architetti che partecipano alla mostra. I migliori artisti della città, e non solo, sono stati i quarantennali punti di riferimento delle diverse generazioni di creativi che si sono formati al Liceo artistico cittadino dal 1961, anno della sua inaugurazione come sede distaccata del Brera di Milano fino al 1970 quando passò sotto la direzione del Ministero della Pubblica Istruzione, fino ad oggi.
Il progetto della mostra tende a mettere in risalto tutte le sfaccettature e le ricchezze del Liceo ed è stato approntato coinvolgendo gli attuali allievi che hanno, tra le altre cose, curato la grafica e l'immagine coordinata dell'iniziativa. I professori che si sono avvicendati nelle varie cattedre in quarantacinque anni sono davvero tantissimi e importanti: non si può non cominciare questo viaggio all'interno dell'artistico dall'arch.Corrado Ferraris, il Preside padre - padrone-compagno scomparso a metà degli anni '80 che fu una vera e propria anima del Liceo durante gli anni della contestazione giovanile fino alla sua scomparsa. La sua presenza negli anni successivi ancora si percepiva nell'aria: in presidenza, nei corridoi, nell'atrio, al bar, soprattutto al bar. Il sottoscritto lo ebbe come preside solo il primo anno e non era difficile trovarlo nell'atrio ad attendere e strigliare i ritardatari della prima ora ed era altrettanto facile trovarlo al bar a farsi il cicchetto alla seconda ora, un mito, un monumento di individualismo e di efficienza, altro che certi burocrati senza cuore. Le leggende metropolitane narrano che egli avesse partecipato ad uno scherzo molto noir in combutta con alcuni studenti vessati da un professore di Italiano, facendo stampare locandine
a lutto dello stesso che furono affisse in molte pareti della città, con profondo adiramento e scongiuri di rito del torturatore di artisti in erba che se le trovò affisse davanti a casa una mattina recandosi a scuola. |