Come poi non citare i mitici Professori: Bepo Milesi, Erminio Maffioletti, Mario Cornali, Francesco Tabusso, artisti di grande caratura che molto hanno dedicato e speso negli anni sessanta per il Liceo Artistico. Per l'arte, questi furono i padri della generazione che li sostituirono dietro le cattedre, dapprima come assistenti poi come docenti: Gianfranco Bonetti, Claudio Sugliani, Carlo Previtali, Cesare Rossi, Luisa Balicco e molti altri, pure loro ottimi docenti ed artisti sensibili. Ovviamente vorrei citare tutti i Professori che hanno reso grande il Liceo, ma diventerebbe un'interminabile elenco, mi limiterò ad invitarvi ad andare a visitare la mostra che è ben congeniata ed articolata e nella quale si può assistere ad una video-intervista ad alcuni Docenti realizzata dalla Professoressa Morri ( www.lasbergamo.it) , testimonianza dei tempi che mutano nella vita come nell'arte, dalle polverose aule di Figura disegnata degli anni settanta ai corsi di web design odierni.
     Molti dei ragazzi passati tra quelle quattro mura negli ultimi cinquant'anni sono diventati architetti, designers, grafici, restauratori, galleristi e artisti, pochi sono finiti in banca, a testimoniare quell'aria di anarchia creativa che aleggiava in quella scuola, palestra di vita e soprattutto di "bella vita" che ognuno di noi ha respirato ed un po' si è portato via. Gli interminabili pomeriggi assolati passati nelle aule di modellato e di figura ripensati oggi, vent'anni dopo mi appaiono dolci e poetici, sarà perché anche allora mentre frequentavo l'istituto, con scanzonato distacco, mi piaceva considerare l'artistico un po' una seconda casa, anche nelle ore in cui non avevamo lezione. Chi proviene culturalmente dagli ottanta (e non solo loro) mi può capire bene e sono convinto che un po' si crogiola nell' ascoltare " Notte prima degli esami" di Venditti e senz'altro si è precipitato a vedere il film omonimo di Fausto Brizzi in questi giorni al cinema. Ognuno di noi ha lasciato un pezzo di sé al proprio Liceo.
     A questo punto però un dubbio mi assale: perché quando si parla di Liceo, di anni ottanta, si finisce sempre per parlare di Venditti? Guarda caso incontrato a Mosca nel 1988 durante una gita della 4° F del Liceo Artistico di Bergamo. L'episodio: incontrammo Antonello Venditti con una troupe RAI mentre erano in un ristorante di cucina georgiana nei pressi di San Basilio, che tra i circa 500 locali di Mosca il nostro Professore, accompagnatore-ex sessantottino in crisi ideologica, scelse, quindi, classe in libera gita nell'anno della maturità e Antonello Venditti nello stesso locale che viene addirittura a sedere al nostro
tavolo, roba da non credere, roba da matti. Sarà stato un caso? Chi può dirlo. Io so solo che il tempo passa e rende tutto più mitico e cristallizza gli aspetti più magici della vita e che quando si hanno sedici anni tutto (o quasi) è magico.

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