Può fare riflettere il monito lanciato da Jean Baudrillard (Il patto di lucidità o l'intelligenza del male, 2006) "L'arte contemporanea è contemporanea solo a se stessa non conosce più trascendenza verso il passato o il futuro..", nulla la distingue più da altre forme di comunicazione, quindi, parlando a se stessa e di


se stessa, in un certo senso, l'arte contemporanea si autoelide, si annulla. Di certo quelli che sono stati fondamentali passaggi nel percorso storico-artistico non possono protrarsi all'infinito, relegando l'arte contemporanea chiusa in bianche, algide e bianchissime (bellissime) sale di un museo ad auto-compiacersi, ma dovrà tornare, a mio parere, come ha fatto per secoli, a relazionarsi con la società rappresentandone lo spirito del

tempo come fanno le altre forme di espressioni artistiche: architettura, cinema, teatro, letteratura, musica. Di certo Giulio Paolini rimane un sublime e raffinato interprete dell'arte degli ultimi quarant'anni, la speranza, è che un assodato modo di concepire l'arte che è stato dalla sua generazione sviscerato e radicalizzato negli anni sessanta non diventi stucchevole maniera di noiosi giovani artisti molto accademicamente anti-accademici che stanno emergendo da troppe parti, infestando fiere d'arte, biennali, musei e fondazioni.
     Che centri il dio mercato con tutto questo? Chissà.
                                                                 cristiano.calori@fastwebnet.it

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