OSPEDALE NUOVO ED ASPETTATIVE COLLETTIVE
                                 di Pierluigi Piromalli

     Dalle amene mura di Città Alta l'occhio attento del passante può scorgere i primi tangibili risultati del nuovo Ospedale di Bergamo, già ribattezzato "Papa Giovanni", che sorgerà in località Trucca e che si rivolgerà alla comunità bergamasca come un'opera di grande impatto ambientale, di significativa importanza sociale e di estrema rilevanza per quanto concerne i primari servizi sanitari per la cittadinanza. Politicamente parlando il risultato è di tutto riguardo anche se è auspicabile che il futuro dei vecchi e gloriosi "Riuniti" non diventi esclusivo terreno di conquista per società immobiliari, investitori e speculatori senza un progetto credibile di riqualificazione dell'area. La superficie sulla quale sorge l'attuale Ospedale sarà verosimilmente oggetto di compravendita, al fine di consentire il reperimento dei fondi necessari per completare la realizzazione del nuovo presidio sanitario, ma nulla impedisce al governo cittadino l'espressione di nuove e diverse soluzioni da valutare congiuntamente con coloro che saranno i presumibili acquirenti del vasto compendio immobiliare.
     Si è discusso e si discute della sorte dei Riuniti mentre, ad oggi, si rincorrono voci più o meno attendibili circa la diversa destinazione dell'area la quale, sebbene non vi siano certezze né esistano concreti progetti di riqualificazione, potrebbe essere riservata in parte ad edilizia residenziale ed in parte ad area commerciale. Tramontato, a quanto pare, l'iniziale progetto di trasferire l'Università; personalmente mi piacerebbe assistere ad una radicale trasformazione della prossima ex-zona Ospedale, quantomeno per regalare alla città un valore aggiunto, un modello in piccola scala di creatività che coniughi necessità abitative e commerciali a gusto estetico, moderno ed innovativo. Siccome Bergamo non ha, per tradizione, una forte vocazione creativa, nutro non poche perplessità circa epocali cambiamenti e, quindi, assisteremo ancora una volta ad interminabili discussioni che culmineranno con la classica soluzione concertata di accontentare i poteri forti ovvero: immobiliaristi, commercianti, istituti bancari e assicurativi. Il rischio è che si consolidi la continuità edificatoria senza proporre nulla di veramente alternativo se non la fontanella stilizzata o la piazzetta in porfido, vale a dire interventi di modesto contenuto architettonico. Né ripongo aspettative nell'operato dell'Amministrazione Comunale la quale, in qualità di soggetto portatore di interessi collettivi, credo che difficilmente si imporrà per spingere nella intrigante direzione di radicale trasformazione urbanistica al fine di individuare, per esempio, un polo alternativo che caratterizzi fortemente una parte del contesto cittadino.

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