Unica controindicazione: bisogna spalmare accuratamente la crema in quanto i pigmenti minerali polverizzati il più delle volte si distribuiscono a macchia di leopardo, lasciando scoperte alcune zone. Applichiamo sempre e comunque i filtri solari, anche quando andiamo a fare un passeggiata in città e il cielo è nuvoloso (le nuvole lasciano passare l'80% dei raggi nocivi) in dosi abbondanti ed in spiaggia atteniamoci scrupolosamente alla regola d'oro dell'ombra: se sei in piedi e la tua ombra è più corta della tua altezza significa che il sole è allo zenith ed è tanto meglio evitarlo. Eludiamo l'esposizione nelle ore più calde della giornata, dalle 10 del mattino alle 14 del pomeriggio, aumentando gradualmente il tempo di esposizione; è stato provato scientificamente che ci vogliono tre giorni per provocare un aumento consistente della melanina, quindi un abbronzatura presa a piccole dosi per molti giorni di seguito sarà senz'altro più duratura di quella presa scelleratamente in unico giorno di esposizione.
     Ultima curiosità: la Commissione Europea per la Salute ha deciso che dal 2007 scomparirà dai flaconi la dicitura "schermo totale " o "sun block", in quanto non esiste prodotto che può assicurare una protezione assoluta contro i raggi solari. Allo stesso modo, ha stabilito che i nuovi solari dovranno avere un SPF minimo di 6 (Sun Protector Factor, fattore di protezione solare) quindi una protezione minima dai raggi UVA pari o superiore a 1/3 di quelli UVB. Addio quindi ai nostri tanto amati oli super abbronzanti al mallo di noce o al "monoi di Thaiti" super-performanti senza alcun SPF che ci facevano sembrare tante piccole patatine pronte per essere messe in pentola a friggere! Avremo una abbronzatura più lenta ma certamente più duratura e senza mettere a rischio quella splendida e preziosa protezione del nostro corpo denominata "Pelle".

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