IL GRANDE ROMANZO AMERICANO
                                 di Philip Roth

     Che cos'è il Grande Romanzo Americano? È quel libro fantastico, appassionante, sconvolgente che ancora non è stato scritto. È quello che verrà definito dai posteri come "il miglior prodotto letterario del secolo". È l'aspirazione di Word "Smitty" Smith, ex giornalista sportivo e giocoliere delle parole, talmente bravo da riuscire a diventare il ghost-writer di ben quattro Presidenti americani.
     Smitty è il protagonista del quinto libro di Philip Roth, genio narrativo, autore di capolavori come "Il lamento di Portnoy", "Pastorale americana", "Ho sposato un comunista" e del più conosciuto "La macchia umana", divenuto un film di successo con Nicole Kidman ed Anthony Hopkins. La trama del libro si fonda sulla figura di Smith, portavoce e memoria storica dell'America del baseball, del dio baseball. Il giornalista vuole scrivere il Grande Romanzo Americano e sa già quale sarà il soggetto: la storia della Lega Patriota, la terza delle Leghe di baseball nazionali, gettata nell'oblio dalla Storia. È un complotto: persino nella città dove ha sede la Hall of Fame del baseball nessuno sembra ricordarsi della Lega Patriota, con i suoi grandi giocatori e protagonisti ai limiti del grottesco. Smith, ormai ottantenne, decide che sarà lui a riesumarla dalla sua tomba silenziosa, scrivendo nel contempo il più grande romanzo che il mondo ricordi.
     Comincia qui un racconto nel racconto, quello della storia della Lega Cancellata, il cui ultimo anno di vita viene rivissuto attraverso la memoria del protagonista-narratore e le storie dei protagonisti di quell'ultimo anno di campionato; dal glorioso Luke Gofannon, giocatore impareggiabile, al generale Oakhart, presidente della Patriot League; dalla squadra protagonista del romanzo, i Mundys di Port Ruppert, con il venerato presidente Ulysses Mundy e la sua sciagurata prole, responsabile della svendita dei migliori giocatori alla vigilia della guerra contro Hitler, all'ultima formazione dei Mundys, tanto improbabile quanto sfortunata, costretta a giocare perennemente fuori casa a causa della cessione del loro stadio come base militare.
     Insieme a Smitty si entra in un mondo allucinato, fatto di sudore e gergo sportivo, invero abbastanza incomprensibile per i profani del baseball. Come in tutti i libri di Roth, è il perbenismo americano la principale vittima della narrazione: tutto il libro è un'accusa contro il razzismo latente della società americana, contro il suo falso mito del successo a tutti i costi. L'ironia graffiante di Smith riflette lo stile del miglior Roth, inarrivabile quanto a capacità di amalgamare il grottesco al tono lieve dei ricordi, l'amarezza al sarcasmo divertito.

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