Premetto che non sono una fan di Stephen King, non lo sono mai stata e probabilmente mai lo sarò: nemmeno il tanto osannato Cujo è riuscito a farmi cambiare idea. Castle Rock, Maine. Una fetta di America boscosa e solitaria, punteggiata di cittadine circondate da chilometri di nulla. È qui che si intrecciano le vicende di due famiglie: i borghesi Trenton, composti da padre pubblicitario, madre stile "desperate housewife" con scappatella extra-coniugale all'attivo e angelico pargoletto quattrenne, e i Camber, moglie e figlio adolescente vessati dal rozzo capofamiglia, il meccanico Joe. Non è un bel periodo per i Trenton: l'agenzia pubblicitaria gestita da Vic insieme ad un socio-amico versa in cattive acque e l'unico modo per salvare il lavoro è quello di partire alla volta di New York per incontrare il cliente più importante. Peccato che poco prima della partenza Vic scopra il passatempo adulterino della moglie Donna, cadendo nello sconforto. Il viaggio non viene comunque annullato e Donna rimane a casa insieme al figlioletto Tad ed ai suoi sensi di colpa. Per una donna che resta nell'afa dell'estate del Maine, una parte; è la moglie del meccanico che insieme al figlio si reca a rendere visita alla sorella che non vedeva da tempo. A casa restano Joe, ben contento di passare un po' di tempo a far bagordi insieme all'amico Gary, senza che la moglie gli punti addosso quell'irritante sguardo di commiserazione e disprezzo, e Cujo, il San Bernardo della famiglia.
Gigante buono, sempre gentile con gli esseri umani ed in particolare con i bambini, Cujo è pur sempre un cane: per inseguire un coniglio, finisce nella tana di alcuni pipistrelli portatori di rabbia, che lo mordono rendendolo idrofobo. Inizia così una discesa all'inferno per il cagnone: attraverso dei momenti in cui a "parlare" è proprio l'animale, seguiamo il lento progredire della malattia. Complice un'automobile da riparare, Donna e Tad si recano all'officina di Camber, appena prima che la vettura dia l'ultimo segnale di vita. Non troveranno il burbero ma efficiente meccanico, che giace sbranato a casa dell'amico Gary, ma solamente un Cujo ringhioso e grondante bava: inizierà l'assedio più snervante che la letteratura ricordi, mentre la bestia aspetta paziente fuori dalla macchina e il sole estivo batte impietoso sull'abitacolo.
Come ho già detto, il libro non mi ha granché entusiasmato; eccetto il buon stratagemma della narrazione fatta in prima persona da Cujo, in complesso mi è sembrato lento, scritto in modo molto piatto e banale, cosa che purtroppo credo