L'intreccio è complicato e nulla viene svelato fino all'ultima pagina: la lettura richiede un minimo di concentrazione, pena la perdita di passaggi fondamentali per capire la rivelazione finale, dettagliatissima e precisa. I personaggi sono dei capolavori di psicologia: vediamo di descriverne brevemente le caratteristiche. Quentin, il protagonista, è una persona fondamentalmente buona, appassionata di letteratura, un po' meno del proprio lavoro di avvocato. Intraprendente ed intelligente, una volta imboccata la strada dell'indagine su Poe non l'abbandonerà sino alla fine, a costo di rimetterci per sempre la serenità mentale e familiare. La narrazione è condotta dal suo punto di vista, senza eccessi, come si conviene ad un borghese di fine Ottocento, ma sempre in modo coinvolgente. Hattie Blum, la fidanzata di Quentin, è forse il personaggio meno sviluppato del romanzo: se ne avverte l'estrema importanza per l'equilibrio sentimentale dell'avvocato, ma non ne viene penetrata fino in fondo la psicologia. Una mancanza, a meno che non sia stata una scelta fatta consapevolmente da Pearl insieme alla narrazione dal punto di vista di Quentin: la qual cosa avrebbe relegato Hattie in secondo piano rispetto a Poe ed ai personaggi a lui direttamente collegati, dipendendo dall'ottica monomaniaca di Clark.
     Auguste Duponte è il candidato a ricoprire il ruolo di "musa" di Poe per il personaggio di Dupin, secondo Quentin; le sue capacità analitiche ed alcune sue vezzose abitudini farebbero ben sperare, ma la sicurezza non sarà mai data, né al lettore né al protagonista. Schivo e silenzioso, poco incline all'azione, portatore di un segreto inconfessabile, Duponte avrà un ruolo fondamentale nel finale del romanzo. Il barone Dupin è l'esatto opposto di Duponte: non solo si offrirà lui stesso come sicuro alter-ego del suo omonimo letterario, ma addirittura cercherà di battere sul tempo Quentin e Duponte nella rivelazione della verità su Poe. Imbonitore senza scrupoli, trasformista ed imprevedibile, il barone darà del filo da torcere all'integerrimo Quentin, mettendogli alle calcagna sicari maldestri e, spesso, l'impareggiabile moglie Bonjour, ladra e assassina infallibile.
     Una pletora di personaggi validi, un monumentale lavoro di documentazione ed una trama gialla che decolla solo dopo qualche decina di pagine; nel giudicare il lavoro di Pearl non bisogna dimenticare il suo background di studioso di letteratura, più che di creatore di thriller. Se non altro, il romanzo resta la più convincente ipotesi sulla morte di Poe elaborata da qui a due secoli fa: un indiscutibile merito storico e letterario.
                                                                               Silvia Ferrari

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