Il contrasto è di quelli lampanti, che ti lascia allibito, e ti ritrovi a pensarci per una decina di minuti senza trovare risposte. Tra l'altro le due notizie, ironia della sorte, sono state annunziate il medesimo giorno.
È risaputo che la Casa di Riposo di Via Gleno si trova in condizioni disastrose. Le stanze sono piccole, "claustrofobiche" qualcuno le ha definite, i bagni non sono adeguati, insomma, necessiterebbe di un immediato piano di ristrutturazione o di adeguamento della struttura, non da oggi, ma da anni; in ogni caso la risposta è unanime tra la maggioranza dell'amministrazione Bruni e quella della Provincia di Bergamo: "Tra pochi anni avremo una nuova casa di riposo dove confluiranno tutti gli investimenti necessari. Per la struttura attuale non ci sono soldi." Noi preferiamo prendere in esame il significato della frase invertendo l'ordine dei periodi: "visto che non ci sono soldi aspettiamo (e speriamo) risparmiando oggi, affinché si possa presto costruire una nuova struttura". Fino a qui nulla di male, si sa, se il "grano" non c'è si può solo attendere, per quanto la sinistra, ovvero la maggioranza di questa amministrazione, si è sempre spacciata per paladina "del sociale", ovvero anziani, bambini, popolo, asili, "case di riposo". Tuttavia, Rifondazione comunista si è fatta sentire, come sempre, ma questa volta in totale coerenza con le proprie radici partitiche. Morgano, in particolare, ad inizio giugno ha ufficialmente chiesto al Comune ed alla Provincia una dettagliata motivazione al riguardo, usando però il solito gioco di parole che vede accusare l'amministrazione precedente della attuale mancanza di risorse. È facile accusare chi non si può difendere, inoltre è sempre la solita favola, che si ripete a livello nazionale, senza contare che, lettori. ormai sono due anni che la squadra di Bruni ha le redini di Bergamo e gestisce debiti ed anche crediti incassati fino adesso!
Le nostre illazioni lasciano il tempo che trovano. La situazione è grave e si doveva intervenire già da "ieri". Il Gleno è una voce passiva per i conti del comune. Fatto cento il costo di un ospite, il 45% viene pagato dalle famiglie, il 39% dalla Regione ed il restante è a carico della collettività. Ho letto delle dichiarazioni raccolte all'interno della struttura: si parla di strumenti di lavoro inadeguati; quelli adeguati sono troppo pochi, come i letti elettrici per muovere gli anziani. Chiaramente tutto il lavoro fisico di spostamento degli ospiti grava sui dipendenti del Gleno, che a lungo andare risentono di dolori muscolari ed ossei. Inoltre dichiarano di essere in pochi per la mole di lavoro giornaliera.