Veniamo ora alle tasse: aumenteranno, sopra i 70.000 o sopra i 40.000, comunque aumenteranno, comunque non verrà rispettato quanto dichiarato in campagna elettorale. Per lo meno Berlusconi non ha aumentato le tasse e qualcosa ha fatto o credete ancora che Prodi in due mesi ha risanato il Paese! Persino un diplomato in ragioneria sa che le conseguenze di scelte macroeconomiche si vedono lungo un arco di tempo annuale. Qualche contentino ce lo hanno dato, come la No Tax Area fino a 8.000 Euro, forse, ma tra bolli auto ed ICI che aumentano sono briciole.
     Meno scontato, meno comprensibile, meno intuibile è il danno che ne deriverà dal passaggio del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) all'INPS. Prima di tutto per il lavoratore dipendente significa che non vi sarà la possibilità di attingere denaro dal TFR se non per casi di emergenza da stabilire. Inoltre ritengo che in futuro verrà ulteriormente tassato, visto che è già in mano all'INPS e comunque fino alla pensione vedrete nulla di quella somma. Non è un caso se le aziende con più di 50 dipendenti hanno un fondo collettivo di pensione privato, gestito da Banche, proprio nel quale, guarda caso, confluiranno tutti i soldi del TFR dal prossimo gennaio, perché chi si fida dell'INPS? Per il dipendente di aziende più piccole non vi sono altre possibilità. Tuttavia il peggio deve ancora venire: il TFR è un accumulo di denaro virtuale, ovvero l'azienda virtualmente accumula tale somma che verrà erogata solo dopo il licenziamento del dipendente o, in casi particolari, anticipatamente fino ad una certa percentuale. Con questo sistema il Governo Prodi pensa di sistemare le casse dell'INPS, ma questi benedetti soldi sono un prestito che il lavoratore dipendente fa all'INPS e che si porterà via andando in pensione. Certo, tecnicamente il conto dell'INPS torna in attivo, ma è come quando compriamo un'auto stipulando un finanziamento; il nostro conto corrente non scende ma sappiamo che abbiamo un debito maggiore della disponibilità liquida attuale. Purtroppo, oltre al lavoratore, chi ci rimette sono le aziende, in quanto dovranno di colpo corrispondere una ingente quantità di Euro all'INPS; avranno una consistente diminuzione di liquidità indispensabile soprattutto per le realtà commerciali più piccole. Cosa credete che accadrà? Vi saranno altri licenziamenti! Oppure la chiusura di piccole società! L'economia di un Paese si sostiene attraverso le aziende. Se queste ultime funzionano male o chiudono, il primo a subire danni è proprio il lavoratore. Non è questo ultimo che ha in mano il coltello dalla parte giusta, in quanto per vivere deve lavorare e per lavorare ha bisogno delle

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