Queste restano tuttavia mere ipotesi: ad oggi, Berlusconi rimane il favorito per la poltrona di capo di governo in caso di vittoria, senza scordare il fatto che dalla sua ha un programma approvato in ogni sua parte da tutti gli alleati, Fini incluso. Il programma elettorale è uno dei punti su cui Berlusconi e i suoi hanno rimarcato la loro distanza dall'Unione: lo schieramento prodiano ha presentato, in una cornice da convention americana dentro ad un Palalottomatica bardato a festa, un programma di quasi trecento pagine, contro le sole venti di quello della CdL. I temi principali del programma della sinistra sono l'istituzione di una authority per regolare i conflitti di interessi (cosa a cui il premier ribatte sostenendo che "la legge c'è già e funziona benissimo"), l'abolizione della legge Bossi-Fini, il diritto di voto alle amministrative per gli immigrati con un certo numero di anni di residenza, il sostegno all'ingresso della Turchia in Europa, una volta adeguatasi agli standard di Copenhagen; il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, il risanamento dei conti pubblici ed il riconoscimento giuridico delle coppie gay. Tutte proposte ambigue, a parer mio, e molto vaghe, assicurano da Rifondazione, nella persona di Claudio Grassi; dove sono finiti temi scottanti come il treno ad alta velocità in Val di Susa?
     Rutelli e i suoi, più vicini al Vaticano, al dunque accetteranno di proseguire nella strada del riconoscimento delle coppie gay, pubblicamente condannato dalla Chiesa? Quesiti importanti, che non possono essere presi sottogamba: il comportamento prevalente sarà quello di rimandare fino a data da destinarsi, per non scatenare le reazioni degli alleati più intransigenti? La cosa potrebbe ricordare la "polvere sotto il tappeto" della massaia negligente; il timore è che, come scrive Pansa in un articolo su "L'Espresso", questa volta si tratti di polvere da sparo.
     Anche la Casa delle Libertà, nonostante la brevità del programma, non lesina promesse: in dieci punti, Berlusconi si richiama ai valori fondamentali della famiglia e della cristianità, promette stanziamenti economici per le famiglie, secondo un "quoziente familiare" basato sul numero dei componenti, prevede aiuti al Sud, un milione di nuovi posti di lavoro e maggiore concorrenza nel mercato; sostiene l'avvento di un federalismo fiscale e solidale, l'abbassamento della pressione fiscale del 40%, investimenti nella ricerca; assicura altresì l'aumento delle pensioni minime a 800 € e la riforma dell'ordinamento giudiziario, con la separazione delle carriere di PM e giudici. Bene, bravo. Mi duole ammetterlo, ma sono d'accordo con gli scettici di sinistra: dove si troveranno i soldi per attuare tutte queste belle promesse?

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