La cronaca di questi giorni è monopolizzata dalla vicenda Banca Popolare di Lodi - Antonveneta, un autentico terremoto con arresti eccellenti, coperture politiche sospette e accordi fraudolenti tra colossi economici. Tutti questi aspetti eclatanti fanno però passare in secondo piano un elemento meno da "scoop" ma che tocca più da vicino, e concretamente, tutti noi: è emerso che una parte rilevante del capitale utilizzato dalla Banca Popolare di Lodi nell'operazione ora al vaglio della Magistratura era stata rastrellata dalle tasche dei suoi correntisti, mediante una raffica di addebiti per voci di spesa inesistenti o attraverso l'incremento delle spese abituali. In pratica, sottraendo da ogni conto corrente cifre variabili dai venti ai duecento Euro, la Banca aveva accumulato circa trenta milioni di Euro.
Facile pensare che si tratti di una semplice truffa, isolata, scoperta e in fase di punizione. In realtà il comportamento di BPL è stato solo l'esasperazione di quella che è purtroppo una prassi bancaria che, in misura variabile, è impiegata da quasi tutti gli istituti di credito. Il correntista medio osserva il proprio estratto conto dedicando una certa attenzione alle entrate e uscite del mese inerenti alla gestione familiare: verifica che lo stipendio sia stato accreditato fino all'ultimo centesimo, che lo scontrino del supermercato pagato col bancomat corrisponda all'addebito, che la rata dell'automobile sia quella concordata, ma quando si arriva alle voci attinenti il conto corrente in sé, l'occhio scivola veloce, assimilando le stesse ad inevitabili balzelli, che tutti i mesi ricompaiono puntuali nell'estratto. Ciò fa però sì che una serie di piccoli aumenti si insinuino inosservati. Se per esempio la spesa di invio estratto conto lievita di cinquanta centesimi e altrettanto fanno la commissione per un bonifico o un assegno, pochi se ne accorgono. Lo stesso se il costo di ogni operazione aumenta di dieci centesimi.
Facciamo due conti su base annuale, ipotizzando una media (bassa) di dieci operazioni al mese, di cui due assegni e un bonifico: sono centoventi operazioni, con ventiquattro assegni, dodici bonifici e dodici invii di estratto conto. Totale 60,00 Euro di aumento. Esistono poi variazioni più subdole, ma non meno dannose. Ad esempio, l'aumento dei giorni di valuta nel deposito assegni, ormai quasi ovunque pari a dieci giorni, ma con punte superiori. Quando versiamo un assegno sul conto corrente, la somma ci viene accreditata solo successivamente.