Ogni tanto facciamo i conti in tasca alle famiglie parlando di economia, ma, diversamente dall’anno scorso, stavolta non è più solo per dare dei consigli. È un vero e proprio allarme il fenomeno dei finanziamenti, una morte economica della famiglia annunciata anche da noi precedentemente. Nel settore delle autovetture, un oggetto fra i più amati, indispensabili ed utili per una famiglia, i numeri parlano chiaro: 0,5% di aumento di numero di contratti firmati nel 2006 rispetto all’anno prima per un ammontare di 19,4 miliardi di euro, il 3,7% in più (Fonte Quattroruote di maggio 2007). Questi incipienti dati mostrano che, a fronte di un leggero aumento del numero di contratti firmati, sinonimo di più gente che richiede prestiti, c’è una notevole differenza di denaro complessivo erogato, segno evidente che ogni singolo contratto è mediamente per un importo più consistente. È vero, c’è l’inflazione, l’aumento dei prezzi, ma non un proporzionale aumento degli stipendi. Eppure si chiedono più soldi, mentre i giornali riportano frasi tipo: “I prestiti non fanno più paura.”
Riteniamo che la realtà sia ben diversa: si chiedono più soldi perché ce ne sono meno a disposizione e si stipulano maggiori finanziamenti, più correttamente si dice “Credito al consumo”, perché non si ha altra scelta, ma, soprattutto, la mancanza di paura è frutto innanzitutto di incoscienza. Considerando che, oltre al prestito per l’auto ed al mutuo per la casa, due fra i più comuni e frequenti impegni economici delle famiglie, ci sono molteplici piccoli finanziamenti per cellulari, computer e macchine fotografiche digitali, viaggi, palestra, massaggi ed altro, la situazione delle famiglie oggi è a rischio collasso. Non siamo per fortuna gli unici ad annunciarlo.
Si definisce “sostenibilità dell’indebitamento” l’equilibrio che permette alla famiglia di pagare i finanziamenti stipulati con il proprio reddito e di vivere con la somma restante, da destinare, ovviamente, al cibo, alle utenze ed altro. Se tale equilibrio si spezza, la famiglia collassa finanziariamente. Accade quando i crediti al consumo sono per un importo superiore al reddito mensile del nucleo familiare, ma, in verità, un po’ prima, dato che non avendo denaro per mangiare non si vive. Vi sembra assurdo? Eppure è comune: non si fanno i conti, non ci si rende conto che le rate sono troppe, che non possono essere pagate tutte con la propria redditività. Inoltre non sono contemplati gli imprevisti: un dente da togliere, una visita ospedaliera, un incidente. Quel che più impressiona è la straordinaria attrazione nei confronti dell’elettronica; si arriva al punto di avere la TV al plasma comprata a rate, ma pochi soldi per mangiare e si finisce con il finanziare persino il premio assicurativo della propria vettura, pur trattandosi di una spesa pianificabile.
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