EURISPES LANCIA L'ALLARME: ITALIA SEMPRE PIÙ POVERA
                                         di Cristina Mascheroni

     Secondo uno studio condotto da Eurispes e confermato dalle statistiche Istat, gli Italiani sono sempre più poveri, a partire dai pensionati che sopravvivono con pensioni ridicole arrivando fino ai “working man”, i “colletti bianchi” costituenti il ceto medio, ora non più l’unica categoria non ancora travolta dalla crisi dell’Euro. I numeri sono abbastanza sconfortanti.
     Si stima che, ad oggi, 2.500.000 nuclei familiari sono a rischio povertà, circa l’11% delle famiglie totali, 8 milioni di individui. Se poi consideriamo il dato nella sua globalità, quelli già considerati indigenti e quelli a rischio povertà, i numeri salgono vertiginosamente: 5.100.000 nuclei familiari, circa il 23% del totale, oltre 15 milioni di persone, fra le quali più o meno 3 milioni al di sotto dei 18 anni. Oltre il 50% delle famiglie, inoltre, vanta un reddito mensile complessivo inferiore ai 1.200 euro ed arrivare alla fine del mese con questa cifra è davvero difficile: si tratta perlopiù di famiglie monoreddito e di quelle con due o più figli, più sensibili rispetto alle altre al fenomeno dell’impoverimento progressivo.
     Fino a qualche tempo fa, erano solo i ceti meno abbienti ad essere considerati “poveri”, ma oggi comincia ad entrare in difficoltà anche quel segmento della popolazione italiana definita da Eurispes “in giacca e cravatta”. Per usare le loro parole si tratta dei “working poors”, lavoratori i quali, pur percependo uno stipendio, la sera usano i dormitori pubblici in quanto non possono permettersi una casa dove rientrare. Sono lavoratori che, a seguito delle mutate loro condizioni economiche, hanno dovuto vendere l’auto di media cilindrata ed azzerare il conto in banca, rimanendo senza più un euro per pagare il mutuo della casa o il finanziamento personale, ma non è  solo il “caro-mutuo” ad impoverirci.
     Secondo Eurispes, la tendenza delle famiglie ad indebitarsi sempre più è destinata ad aumentare nei prossimi anni, si stima nella misura del 12% per quanto riguarda il credito al consumo (i finanziamenti per l’acquisto del plasma o del cellulare, per esempio), mentre la situazione mutui merita un capitolo a parte. Nel 2006, l’indebitamento delle famiglie per il mutuo casa rappresentava circa il 56,5% di quello complessivo, pari a 430 miliardi di euro, ma i dati del 2007 sono peggiori: stiamo parlando di 51.202 milioni erogati per il credito al consumo, 249 miliardi di euro per  i mutui casa e circa 138,6 miliardi di euro per altri prestiti personali alle famiglie (il finanziamento per la cerimonia nuziale, ad esempio).

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