rappresentano la primavera e la luce del sole, mentre il rosso rappresenta il sangue del Cristo. Il termine Pasqua deriva dal latino “Pascha” e dall’ebraico “Pesah” e significa “passaggio”. All’inizio la resurrezione del Cristo veniva celebrata ogni sette giorni, la domenica, ma successivamente la Chiesa decise di celebrarla solo una volta all’anno. Si aprì una controversia sulla data da utilizzare finché nel 325 d.C., con il concilio di Nicea, la Chiesa di Alessandria fissò dei parametri precisi per il calcolo della data: la festa doveva cadere la domenica seguente la prima luna piena di primavera, mentre oggi la si calcola in maniera scientifica basandosi sull’equinozio di primavera e la luna piena.
     Nel corso degli anni, l’usanza di donare le uova prese piede fino a trasformare il dono in qualcosa di estremamente prezioso. Famose sono le uova create dall’orafo Peter Carl Fabergè che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro di Russia l’ordine di creare un uovo speciale da donare alla zarina Maria. Egli creò un uovo di platino smaltato di bianco che si apriva per rivelare un altro uovo, questa volta d’oro zecchino, che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura della corona imperiale in diamanti. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergè un’intera collezione di uova così decorate, da regalare ogni anno. I collezionisti di tutto il mondo ancora oggi impazziscono per queste costosissime ed introvabili uova.
     Ci sono anche altre figure che identificano questa festività. Il coniglietto pasquale, per esempio, simbolo della lepre, rappresentazione ebraica di Cristo, il quale, con il caratteristico manto che cambia colore secondo la stagione, venne  indicato da Sant’Ambrogio come emblema di risurrezione. Oppure la colomba, dolce di Pan di Spagna, zucchero, pasta di mandorle e frutta secca. Qui la storia è duplice: da una parte richiama alla mente l’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, quando una colomba bianca ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, messaggio di pace, simbolo che il castigo divino era concluso e le acque si stavano ritirando. Dall’altra ricorda anche la leggenda secondo la quale nel giorno di Pasqua dell’anno 750 d.C. un pasticciere pavese preparò un curioso pane a forma di colomba e l’offrì ad Alboino, re dei Longobardi, che stava assediando la città di Pavia: il dono simboleggiava una richiesta di pace tanto a lungo desiderata. Pare che l’animo del feroce guerriero fu talmente commosso dall’umile gesto da interrompere l’assedio… già, a quanto pare la colomba fu ben  gradita, visto che da allora ogni anno, a Pasqua, ce ne gustiamo una bella soffice fettona!

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