NATA IL 4 LUGLIO 
                                                                    di Giovanni Cozzi  | 
                 
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                       Il 4 luglio del 1957  la Fiat lanciava  sul mercato una autovettura che avrebbe segnato un’epoca ed il cui ricordo  sarebbe rimasto come una traccia indelebile nel cuore di tutti gli italiani  fino ad oggi. Era la “nuova 500”,  chiamata a sostituire la ormai obsoleta “Topolino”, la quale, attraverso le sue  varie versioni, ormai era arrivata alla vetustà e non incontrava più i favori  del pubblico; pubblico che cercava anche in una piccola automobile l’ergonomia  e la praticità oltre che l’economia di gestione tipica dei prodotti più  moderni. E così, a distanza di cinquant’anni esatti, la Fiat, con un’abile operazione  di marketing, ha   | 
                 
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                  rilanciato in chiave evoluta un prodotto che allora segnò un'epoca e che oggi rivive, nella sua volutamente somigliante esecuzione  stilistica, per far battere ancora una volta il cuore a tutti quelli che hanno  posseduto la vecchia 500, l’hanno guidata, vissuta, ammirata e desiderata. Su  questa leva emozionale del “filone nostalgia” è basata tutta la filosofia del pensiero  della casa torinese, la quale spera di creare così un istant classic come è già  | 
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                  avvenuto qualche anno fa per la fortunatissima Mini della BMW. 
                                               La Fiat  500 del terzo millennio non è volutamente quindi una utilitaria povera, bensì  un vero e proprio prodotto di nicchia. Leziosa ed elegante, questa nuova  piccola automobile è il concentrato tecnologico del meglio che ci si possa  aspettare da una city car di classe, dove tutto è fatto per stupire e  compiacere, dando anche la possibilità all’acquirente di personalizzare  ampiamente il proprio oggetto del desiderio in modo da cucirselo addosso come  un abito su misura di alta sartoria. 
                            Innanzi tutto, la  500 è costruita sul pianale della nuova Panda, cosicché, più corta di  quest’ultima di un solo centimetro, ben si discosta dalle originarie misure del  famoso “cinquino” che all’epoca non arrivava nemmeno ai tre metri di lunghezza,  2,97 per la precisione. Dalla Panda mutua anche gran parte degli organi  meccanici come motori, trasmissioni, sospensioni e parte della plancia, nonché  un’infinità di altre piccole cose di poco conto che hanno il compito di   | 
                 
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