TFR: manovra al via
                                               di Omar Gabbiadini - Consulente Tributario

     I lavoratori del settore privato sono chiamati a decidere se trasferire il TFR  nei fondi pensione: chiusi, aperti oppure su assicurazioni sulla vita con finalità pensionistiche. Il lavoratore che preferirà mantenere il TFR in azienda, così come è adesso, potrà comunque cambiare idea in ogni momento e trasferirlo ai fondi successivamente. Se il lavoratore prenderà nessuna decisione si riterrà che egli abbia dato il proprio consenso al trasferimento del TFR nei fondi previsti dai contratti collettivi. In caso esistano più forme complementari scelte dall'azienda, il TFR verrà trasferito a quella alla quale avrà aderito il maggior numero di lavoratori. Se non si potranno applicare queste modalità, il TFR finirà alla forma pensionistica complementare Inps.
     Si potrà scegliere di versare nei fondi pensione anche una parte del proprio salario. Se il lavoratore verserà i propri soldi in un fondo aziendale, è previsto un contributo a carico del datore di lavoro che però decade se il lavoratore sceglie di portare il TFR in altre forme pensionistiche, come le polizze assicurative. ll 75% del TFR versatopotrà essere richiesto in qualsiasi momento dal lavoratore per sostenere spese sanitarie, ai fini di terapie o interventi straordinari "a seguito di gravissime situazioni", anche per moglie e figli. Invece per l'acquisto della prima casa (per se o per i figli), il 75% potrà essere richiesto dopo almeno otto anni di iscrizione al fondo. Per altre esigenze, infine, potrà essere richiesto al massimo il 30%.
     I contributi che il lavoratore verserà sui fondi pensione saranno deducibili dal reddito fino a 5.164,57 € (con conseguente riduzione dell'IRPEF), ma sui rendimenti annuali di questi contributi graverà un'imposta dell'11%. La pensione integrativa che verrà erogata (o la prestazione finale) verrà tassata al 15%, che potrà però diminuire dello 0,3% ogni anno dopo il quindicesimo di versamento (la ritenuta non potrà comunque essere inferiore al 9%).
     I vantaggi dei datori di lavoro, che non avranno più a disposizione i soldi dei lavoratori, consistono nella possibilità di dedurre dal reddito d'impresa il 4% dell'ammontare del TFR conferito ai fondi (il 6% per le aziende con meno di 50 dipendenti), nell'accesso agevolato al credito attraverso il Fondo di garanzia, nella riduzione del costo del lavoro attraverso la diminuzione degli oneri impropri e nell'esonero dal versamento dei contributi di garanzia sul TFR.
     I sindacati confederali e il Centrosinistra sono i principali responsabili delle varie riforme del sistema previdenziale che hanno portato le giovani generazioni

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