d’Appello di Milano.
Dal 1966, anno in cui, curiosamente, coincise con l’uscita dall’arma del generale, al 1973, tornò in Sicilia con il grado di colonnello, per coordinare e dirigere la Legione Carabinieri di Palermo. Ottenne ottimi risultati con una tecnica investigativa di nuova concezione ed assicurò alla giustizia boss latitanti quali Gerlando Alberti o Frank Coppola, iniziando a svelare il sottile collegamento che unisce la mafia alla politica. Cosa Nostra, durante la lontananza di Dalla Chiesa dall’isola, si era evoluta, adeguandosi rapidamente ai nuovi tempi, spostando i suoi interessi dal settore dell’agricoltura, nel quale era rimasta attiva per più di un secolo, al campo dell’edilizia e degli appalti pubblici. “I rapporti di strusciamento con il potere”, come vennero definiti, si rafforzarono, arrivando ad influire direttamente con lo sviluppo urbanistico delle città. Il gioco era semplice: appoggio politico in cambio di concessioni illegali di licenze ed appalti. In questo periodo Dalla Chiesa ebbe un’intuizione geniale, che lo aiutò nella sua indagine sulla criminalità organizzata. Secondo le sue teorie, alla base dell’organizzazione c’è sempre “la famiglia”, radicata sul territorio. All’interno di essa, ci sono “gli uomini d’onore” (o soldati) comandati dai “capidecina”, tutti guidati dal “capofamiglia” o da un rappresentante dello stesso, coadiuvati nei loro compiti dai “consiglieri”. Tutte le famiglie sono coordinate dai “capi mandamento”, i quali siedono nella “Cupola”, chiamata anche commissione provinciale. Come possiamo intuire, in una struttura del genere è difficile infiltrarsi, ma di certo è possibile conoscere la struttura della mafia attraverso l’analisi dei legami familiari. Dalla Chiesa così relazionava la commissione antimafia nel 1962: “Onorevole Presidente, scoprirli, i mafiosi, non è difficile in quanto i nomi sono sulla bocca di tutti […]. Attraverso le parentele e i comparati, si può avere una visione organica delle famiglie, della genealogia, più che una semplice anagrafe dei mafiosi. Quest’ultima è limitata al personaggio; la genealogia di ciascun mafioso ci porta invece a stabilire chi ha sposato il figlio del mafioso, con chi si è imparentato, chi ha tenuto a battesimo, chi lo ha avuto come compare al matrimonio; tutto questo è mafia, è propaggine mafiosa […].” Questo suo metodo e la costanza con la quale si applicava nel lavoro, lo portarono a condurre un vero e proprio censimento degli uomini d’onore, che si concluse con l’arresto di ben 76 boss.
Personaggi di spicco come Frank Coppola (chiamato Frank Tre Dita) e Gerlando Alberti furono spediti al soggiorno obbligato.
.............continua - Seconda parte