genealogici appurarono una lontana parentela fra gli avi paterni di Garibaldi e la famiglia di Giuseppe Mazzini), fu indirizzato dai genitori agli studi classici per crearsi una carriera di avvocato, di medico o di prete. Purtroppo, ai libri egli preferì da subito l’attività fisica all’aria aperta e la vita di mare anche se, nonostante  le sue inclinazioni “poco scolastiche”, si appassionò ai racconti di un suo insegnante, un reduce delle campagne napoleoniche, che gli impartiva lezioni di italiano e di storia antica, rimanendo affascinato soprattutto dalla storia dell’antica Roma. Vedendosi ostacolato dal padre nella sua vocazione marinara, fuggì verso Genova, ma fu fermato e ricondotto a casa. Il padre alla fine capitolò ed acconsentì alla sua carriera marittima e nel 1821 venne iscritto nel registro dei mozzi di Genova.
     A sedici anni, nel 1824, si imbarcò sulla nave “Costanza” e compì il suo primo viaggio fino ad Odessa, nel Mar Nero, e successivamente fino a Taganrog, nel Mar d’Azov (entrambe ex colonie genovesi). Nel 1827, a bordo della nave “Cortese” diretta sempre nel Mar Nero, subì l’assalto dei corsari turchi i quali depredarono la nave, rubando persino i vestiti dei marinai. Il viaggio continuò comunque e la nave approdò a Costantinopoli, dove Garibaldi rimase fino al 1831 a causa della guerra turco-russa. Frequentò la società dell’epoca e si guadagnò da vivere insegnando matematica e francese. Il viaggio di ritorno riprese a bordo della nave “Clorinda” ma navigando nel Mar Nero Garibaldi fu assalito di nuovo dai corsari: questa volta l’equipaggio non si fece prendere di sorpresa ed accolse i banditi a fucilate. Questo può essere considerato il suo primo combattimento.
     Dopo 72 mesi di navigazione, egli fece ritorno a Nizza per ripartire subito, di nuovo, con a bordo altri passeggeri, aggiunti all’equipaggio di sempre, fra i quali Emile Barrault, un professore di retorica che durante il viaggio espose le sue idee all’equipaggio. Garibaldi, allora ventisettenne, fu molto colpito dalle parole del professore e si rafforzò in lui la convinzione, maturata durante il lungo soggiorno a Costantinopoli, che il mondo era percorso da un fremito di libertà. Fu colpito da una frase di Barrault, che fece sua: “L’uomo che, facendosi cosmopolita, adotta l’umanità per patria e va ad offrire la sua spada e il suo sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannia è più di un soldato: è un eroe”. Come vedremo, questo sarà il suo destino. Il bastimento sbarcò i francesi a Costantinopoli e proseguì per Taganrog dove Garibaldi conobbe un uomo, fervido sostenitore delle idee mazziniane: quest’ultime erano simili per logica alle idee di Barrault ma applicate alla lotta per l’Unità d’Italia e furono per lui la scintilla che diede inizio alla sua lotta per la redenzione di tutti i popoli oppressi.

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Biografia, Giuseppe, Garibaldi, Imbarcato, Clorinda, Mar Nero, Mazzini, Londra, Nizza, Italia, Genova