Miracolosamente sopravvissuto alle angherie dei suoi carcerieri, viene liberato per grazia del dittatore Papadopulos, lo stesso che aveva tentato di uccidere anni prima. Tra Oriana e Alekos, cuori di combattenti, nasce un legame strettissimo, un amore inscindibile dalla politica, ma non è una storia serena, Alekos è sempre agitato, sempre in cerca di nuove e più spettacolari azioni dimostrative da eseguire, pretende che Oriana prenda parte ai suoi folli piani. Abitano a Roma, poi nella villa toscana della scrittrice. Lì, una sera, la giornalista e il rivoluzionario si trovano, per l'ennesima volta, a dover sopportare la sorveglianza di un gruppo di giovani. Si appostavano davanti al cancello, stavano lì, arrivavano anche di notte e proiettavano la luce di una torcia verso la camera da letto. Quella sera Alekos perde la testa, vuole uscire e dar loro una lezione. Oriana cerca di fermarlo, lottano e lui la colpisce con un calcio al ventre. Per questo colpo lei perde il bambino che aspetta, di cui Panagulis ancora sapeva nulla. Dopo questa terribile esperienza, nel 1975 appare “Lettera ad un bambino mai nato”.
Panagulis torna in Grecia, riesce ad essere eletto come deputato in Parlamento. La situazione politica sembra essere cambiata, non c'è più la giunta militare che spadroneggiava qualche anno prima, ma i nuovi politici sono gli eredi dei vecchi tiranni e Panagulis vuole rendere pubblica la documentazione che ha raccolto in anni di lotta contro il regime, svelando implicazioni e compiacenze vecchie e nuove: il discorso al Parlamento è previsto per il 3 maggio 1976. Il 1° maggio Alekos Panagulis muore, apparentemente per un incidente stradale. Oriana dedica gli anni successivi alla stesura di un libro su Panagulis che è insieme un omaggio ed una denuncia. Viene ostacolata dal viscido fratello di Alekos, che la accusa di sfruttare l'immagine del rivoluzionario per scopi personali, ma Oriana si convince a portare avanti la sua opera vedendo le migliaia di persone scese in piazza per i funerali di Panagulis, per commemorare quel eroe schivo e solitario. Nel 1978 viene finalmente pubblicato “Un uomo”. È un successo: tradotto subito in inglese, spagnolo e francese, solo nelle prime settimane vende più di duecentomila copie. La giusta risonanza per un libro onesto e brutalmente vissuto, costato alla Fallaci tre anni, cinque stesure e quasi mille pagine di lavoro.
Iniziano gli anni Ottanta. Oriana si trasferisce a New York: l'Italia e la classe giornalistica e intellettuale italiana, con le sue invidie e le sue meschine faide, la disgustano. Sceglie di vivere in America, la sua America scoperta anni prima, un luogo dove il successo non è visto come un peccato, ma è possibile dimostrare