Il tuo ritorno a Bergamo come avvenne?
“Il legame non si era mai interrotto ed anzi nei primi anni settanta venne pronta la casa che avevo comprato; Milano mi era ormai diventata insopportabile, il cemento e l’arrivismo mi nauseavano, Manzoni, Fontana e Birolli erano morti da tempo, la mia Brera degli artisti si era trasformata nella Milano del lusso, la Milano delle osterie, delle Gallerie, nelle quali giocavamo a freccette la sera, e degli artisti squattrinati viveva solo nei miei ricordi, decisi quindi nel 1975 di tornare a Bergamo. Qui ho ritrovato l’entusiasmo e la voglia di ri-fare; qui nasceranno, in quegli anni, i miei lavori più maturi e consapevoli, le violenze al bianco, i mossi.”
Spiegaci un po’ il tuo lavoro con i fili di cotone.
“E cosa ti devo spiegare!!! Il filo per me rappresenta il pentagramma musicale della vita, il legame tra l’uomo e la natura; il filo è quella linea dell’esistenza che
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viene continuamente modificata dagli eventi naturali, dai condizionamenti della società, ogni quadro rappresenta la descrizione di uno stato d’animo in perenne balia degli eventi. La mia cultura, pur essendo giudaico-cristiana, ha sempre guardato con attenzione quella Zen orientale: togliere, svuotare, andare alla sostanza delle cose, conoscere la causa-effetto che muove tutte le cose del mondo.” Infatti, nei tuoi lavori io sento le improvvisazioni Jazz di Duke Elligton, che si fondono con le sonorità orientali di Ryuchi Sakamoto, una sorta di sintesi tra la cultura occidentale e quella orientale.
“Ma guarda, ognuno è figlio del proprio tempo; io questo Sakamoto non so chi sia ma se lo dici tu, diciamo che più che al Jazz di Elligton, quando lavoro |
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penso alla musica sperimentale di John Cage, un compositore, scrittore e artista statunitense che conobbi nel 1959 a Milano, pensa un po’, negli studi della RAI, dove, con alcuni giovani artisti di Brera, fui invitato alla trasmissione Lascia o Raddoppia di Mike Bongiorno, ma quella sera non mi presentai, la televisione è roba per stupidi e non avrà successo, pensai, e me ne andai al cinema!”
Finisce qui la mia intervista e vi lascio con un appunto: un’Antologica del lavoro di Rino Carrara verrà esposta presso la sala Manzù della Provincia di Bergamo a Dicembre 2007.
cristiano.calori@fastwebnet.it |
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