territorio, salvo poi ravvedersi precipitosamente e porre all'attenzione dell'opinione pubblica problemi ormai non facilmente risolvibili.
Evidentemente era più importante, per l'attuale direttivo cittadino, stanziare fondi per le attività "culturali" del centro sociale locale, premiandone paradossalmente anche le periodiche intemperanze che si traducono in deturpamenti e danneggiamenti del bene comune, e dialogare con le minoranze anarchiche piuttosto che concentrare gli sforzi per interloquire con la cittadinanza e rispondere alle esigenze della medesima.
Ciò che lascia perplessi sta nel fatto che la città orobica non riesce a scrollarsi di dosso quel senso di precarietà nella gestione del tessuto urbano, accettando passivamente e con troppa colpevole benevolenza situazioni degenerate o avviate alla degenerazione, auspicando chissà quali interventi celesti che pongano improvvisamente fine ad un degrado sociale generalizzato. È una notizia recente quella che vede, per esempio, la città di Treviglio sempre più votata alla multietnicità, con crescente ed incessante afflusso di cittadini extracomunitari regolari e non, senza che l'amministrazione locale valuti le conseguenze di un impatto socio ambientale fuori controllo. L'immigrazione diventa, quindi, occasione di degrado se le istituzioni non vigilano adeguatamente sul fenomeno reprimendo le numerose attività illecite ad essa connesse.
È chiaro che ragionare solo in termini conservativi ed isolazionistici diventa forse un esercizio demagocico e retorico, avulso dalla realtà che muta con troppa rapidità, ma un segnale di questa tendenza autodistruttiva lo si coglie nell'inerzia generalizzata di una politica locale ideologicamente schierata nel rincorrere le chimere per compiacere qualche politicante da fiera paesana che forse deve tutelare interessi di partito o di casta.
Fatto sta che Bergamo è stata assorbita in questa dissolvenza amministrativa e populista che espone la collettività a rischi sempre crescenti, che non possono essere compensati da queste camere stagne ideate dal consumismo di massa. Gli Amministratori, e ciò è sicuramente sinonimo di civiltà sociale, fanno a gara per prospettare la nascita di sportelli per l'immigrazione, per facilitare i ricongiungimenti familiari, per ideare centri e strutture dedicati alle minoranze, sorvolando sugli aspetti di pari importanza che investono gli interessi della cittadinanza, atteggiamento che configura una mancanza di lungimiranza politico-amministrativa che imporrebbe una maggiore attenzione al mantenimento e al miglioramento delle condizioni acquisite di benessere sociale da parte della popolazione.
Purtroppo, lo scadimento degli standard qualitativi che coinvolge anche la città di Bergamo, colto impietosamente dall'occhio clinico di coloro che elaborano statistiche, si inserisce in un contesto geopolitico in trasformazione epocale, figlio della globalizzazione e di un'economia rivolta ad attrarre i desaparecidos extraUe e quelli meno fortunati già facenti parte del vecchio continente.
|
|
|