Nel mosaico del nascituro parco scientifico non troverà solo spazio la grande ed importante realtà industriale della Brembo, già leader mondiale del settore, ma anche la nuova sede dell'Istituto Mario Negri ed il Centro delle Professioni in cui opereranno ricercatori e tecnici di società attive nei settori delle biotecnologie, dell'elettronica e della meccanica, ovvero di quegli ambiti in costante espansione tecnologica e commerciale, senza, peraltro, dimenticare la presenza, altrettanto importante, dell'Italcementi e del Centro di Formazione Permanente dell'Università.
Sotto questo aspetto, Bergamo, pur nella sua circoscritta dimensione, potrà distinguersi tra le altre realtà cittadine regionali che, per troppo tempo, l'hanno relegata ad un ruolo marginale e di subordinazione, complice una politica discutibile ed evasiva rispetto alle necessità palesate dalla popolazione e spesso ignorate dagli amministratori pubblici, genuflessi ai voleri della politica. Il parco scientifico va, quindi, considerato una conquista epocale che pone la città orobica nell'ideale olimpo dell'avanguardia tecnologica.
Le prospettive di crescita dell'area, che inizialmente assorbirà qualche migliaio di tecnici, ingegneri, ricercatori e addetti vari, conducono ad ipotizzare che, nell'arco di un decennio, il polo tecnologico potrebbe aver assunto dimensioni ragguardevoli non solo in termini numerici ma anche qualitativi, se si considera che la volontà espressa dai promotori dell'opera è finalizzata ad attrarre nel progetto altri importanti soggetti dell'universo produttivo. L'amministrazione cittadina, un po' refrattaria, per estrazione politica, agli interventi di grande rilevanza e maggiormente rivolta ai servizi alla persona, non ha, però, perso tempo nel fregiarsi della nascita di un polo innovativo che attribuisce censo alla città, la quale potrà inaugurare la nuova era del progresso connesso alla ricerca, vale a dire quella simbiosi che ha richiamato studiosi e ricercatori fuori dai confini nazionali.
In questo articolato panorama, che necessariamente si baserà su consistenti movimenti di "cervelli", di finanziatori e di strateghi aziendali, saranno determinanti le infrastrutture presenti sul territorio ed in particolare l'aeroporto orobico, la cui crescente attività, incrementata dall'interesse sempre maggiore di vettori nazionali e stranieri, sarà propedeutica e strumentale al consolidamento del polo tecnologico che, per ragioni territoriali, non potrà che beneficiare del sostegno e dell'apporto del traffico generato dal sistema aeroportuale.
Una nota di censura spetta, infine, alla società di gestione dello scalo aeroportuale che, in passato, ha frettolosamente deliberato, con troppa leggerezza e forse incalzata, per ragioni di opportunità, dai vicini rivali regionali, l'abbandono del progetto del Cargo Center, che avrebbe sicuramente garantito e sostenuto il processo di crescita del polo tecnologico.