Del contenuto della seconda e-mail ero purtroppo al corrente, al punto di aver già scritto un articolo in materia nel febbraio 2007. Invito tutti a leggerlo, soprattutto se intenzionati a regalare per Natale guanti, sciarpette, maglie o giacconi decorati con leggiadri ciuffetti di pelo. Se poi vorrete procedere all’acquisto, benissimo, l’importante è che sia una scelta consapevole. Sto parlando dell’indegno modo in cui in Cina migliaia di animali, tra cui cani e gatti, vengono macellati, o meglio, scuoiati vivi,  per il commercio delle pellicce. In questi giorni la questione è tornata alla ribalta grazie ad un video dell’Associazione Svizzera per la Protezione degli Animali e dell’East International, che hanno condotto l’indagine, denunciando orrori inimmaginabili (video che personalmente mi sono ben guardata dall’aprire!). La sequenza alla quale assisterete è davvero degna di un film dell’orrore. Purtroppo, però, non si tratta di finzione: è tutto vero! Sono veri gli allevamenti in cui gli animali vivono in condizioni indicibili. Sono vere le minuscole gabbie in cui cani, gatti, procioni vivono la loro breve esistenza, impazzendo: camminano ripetutamente avanti ed indietro, girano su sé stessi, annuiscono ripetutamente con la testa. Oppure rimangono in completa passività e, nei casi più gravi, arrivano persino all’automutilazione.
     La Lav, sul proprio sito, ha attivato una petizione per chiedere al Governo italiano un bando nazionale all’importazione e al commercio di pelli e pellicce provenienti dalla Cina e l’obbligo di un completo sistema di etichettatura per questi prodotti che al momento non è previsto. Anche la Peta ha avviato una raccolta di firme per denunciare queste sevizie, molto diffuse in Cina, ma ancora troppo poco note in Occidente. Amici miei, anche qui vi chiedo un piccolo sforzo: una firma on-line.
     È uno dei migliori regali che ci si possa fare per Natale: un atto di civiltà. E con questo vi do appuntamento a gennaio, sperando in un anno migliore!
     Augurissimi a tutti. ARF BAU

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Bergamo, Petizione, Guillermo Habacuc Vargas, Biennale, Centroamericana, 2008, Sofferenze, Umanità, LAV, Peta